Nuovo giro, nuova corsa. No, non siamo all'autoscontro di un parco giochi, ma all'A.C. Milan. Anche se la vocazione per andare a scontrarsi contro un muro da soli si sta delineando sempre più. Seedorf, Inzaghi, Mihajlovic e ora Brocchi. Dopo Allegri è iniziato un tango inarrestabile di allenatori che non accenna a placarsi. Tranne Mihajlovic, tutti gli altri sono stati catapultati alla prima esperienza da allenatore professionista in una delle panchine più calde d'Italia, se non del mondo. Vuoi per amore delle vecchie bandiere, vuoi per scelleratezza, vuoi per dare ai tifosi qualcosa con cui distrarli dalle terribili campagne acquisti post-vendita di T. Silva e Ibra. Al Milan, ormai da un po' di anni, va così: si passa dalle montagne russe per finire all'autoscontro. Le idee sono confuse, ma vengono portate avanti e finiscono per rivelarsi inevitabilmente fatali. Tuttavia questa volta rischia di non potersi più rialzare. Perché non si può cacciare un allenatore che ti ha portato in finale di Coppa Italia (seppur con un sorteggio favorevole) e privarlo di poterla giocare, quella finale. Perché è un allenatore che era finalmente riuscito a dare una quadratura e un po' di disciplina ad una squadra in crisi da anni e che, per come è stata costruita, risulta essere inferiore anche a squadre come Fiorentina ed Inter, anch'esse con evidenti carenze. E realisticamente il Milan non poteva ambire ad una posizione in classifica che gli potesse garantire qualcosa in più della qualificazione all'Europa League. E a quelli che rimarcano il fatto che sono stati spesi 90.5Milioni in sede di mercato, chiedo loro se si sono resi conto come questi sono stati spesi: cifre enormi per singoli giocatori che hanno giocato buone stagioni in squadre di fascia media. Gli stessi 30Milioni per Bacca risultano esagerati, sebbene sia uno dei pochi a dare risposte. Ed è questo il problema del Milan: nessuna pianificazione, ricerca immediata del bel gioco con allenatori che non hanno mai neanche provato un gioco in quanto totalmente inesperti a livelli professionistici, colpi di mercato "ad effetto" (Torres, Balotelli, Kakà, Cerci) totalmente astratti da qualsivoglia impostazione tecnica della squadra, vendita sconsiderata di giovani (El Shaarawy e Saponara su tutti). Il problema del Milan non è Mihajlovic, il problema del Milan é il Milan. Una società che non c'è più, una squadra mediocre. Fa male vedere ridotta così una delle società più importanti, dove hanno militato campioni come Sheva, Van Basten, Pirlo, Maldini... Da oggi il Milan è ufficialmente la squadra di Brocchi. E il Milan spera che questo rimanga solo un mero gioco di parole. I dubbi purtroppo, sono tanti. Un nuovo allenatore inesperto alla guida dell'autoscontro Milan.