Cercare di allestire una squadra vincente perseguendo la via del pareggio di bilancio nel calcio attuale è tanto una sfida affascinante quanto molto difficile. A primeggiare infatti continuano ad essere i club che spendono di più sul mercato, quei club aventi a capo magnati russi e sceicchi multimilionari che hanno totalmente stravolto e modificato le sorti del calciomercato e le gerarchie europee. Sono loro oggi i protagonisti nel bene e nel male del mondo del pallone, e non è bastata neanche l’entrata in vigore del famigerato fair play finanziario ,regolamento introdotto dal comitato Uefa per rigenerare i conti delle società di calcio obbligandole a non spendere più di quanto guadagnano, per apportare un cambiamento sostanziale a questa situazione ,livellando come da scopo iniziale le differenze tra grandi e piccoli club . Tutt’altro ci sono molti club ,come ad esempio quelli spagnoli, che per restare in prima fila continuano a spendere cifre indecenti per assicurarsi i migliori calciatori in circolazione, concedendogli ingaggi “mostre” e infischiandosene totalmente delle regole imposte dal fair play finanziario ,chiedendo prestiti alle banche per acquistare le migliori star del pianeta e indebitandosi fino all’osso con il fisco, ad oggi infatti i club spagnoli che spadroneggiano in tutte le competizioni europee hanno addirittura accumulato la bellezza di 500 milioni di euro circa di debito. A tal proposito E’ finita ben presto anche la favola del “virtuoso” Atletico Madrid campione di Spagna ,incensato a lungo per i sorprendenti risultati sportivi delle ultime annate , in realtà per arrivare a certi livelli e contrastare i giganti Real e Barcellona , si è ben presto scoperto che l’esposizione debitoria della società madrilena è negli anni aumentata a dismisura , sono ben 200,2 i milioni di euro dovuti al fisco spagnolo dai “Colchoneros” a cui vanno aggiunti 63 milioni di euro di emolumenti arretrati , ma grazie alla federazione spagnola non solo l’Atletico può dilazionare il suo debito , ma può anche incredibilmente investire grosse cifre sul mercato ( come ad esempio accaduto con l’acquisto di Falcao dal Porto qualche stagione fa) senza l’obbligo di chiudere il bilancio in pareggio . Dunque finche sarà concesso a molti di questi club, di continuare le spese pazze permettendo ad esempio a certi “furbetti” ( ogni riferimento al Psg è puramente casuale …) di immettere nelle tasche del proprio club ingenti somme di denaro attraverso una sponsorizzazione 'amica' se non proprio 'di famiglia', ovvero l'escamotage con cui fin dall'inizio si temeva che i club di proprietà arabe o russe potessero 'coprire' i pesantissimi esborsi di mercato, è naturale che il nobile scopo del tanto decantato fair play finanziario non potrà mai essere raggiunto. Non può esistere una disparita di trattamento cosi grande tra le varie società , altrimenti il tutto diventerà ben presto una burla. In attesa quindi che gli organi competenti intervengano sul serio mettendo fine a questa situazione , eliminando le eccezioni e portando tutti i club sullo stesso livello, costringendoli a prendere sul serio le normative vigenti , si può ragionare su come una società di alto rango possa rimanere competitiva ad alti livelli nel rispetto del bilancio. Innanzitutto due dei punti chiave , ritengo che possano essere la costruzione di stadi di proprietà e gli investimenti sul settore giovanile, infatti a tal proposito la Uefa ci ha tenuto fin da subito a puntualizzare che le spese dovute a questi due campi non verranno contabilizzate come costi nei bilanci, e quindi non verranno prese in considerazione ai fini del fair play finanziario . Lo stadio di proprietà rappresenta una miniera d’oro per una società , lo sa bene la Juventus che attraverso lo “Juventus Stadium” è riuscita a coprire buona parte del passivo di bilancio accumulato negli anni , una struttura moderna concepita anche in chiave business può infatti determinare ricavi importanti e il ritorno del pubblico , che si è progressivamente allontanato dagli stadi , soprattutto quelli italiani ,negli ultimi anni. Uno stadio che trasformato nella ‘casa’ della società sportiva in oggetto, divenendo il fulcro di tutte le attività e di tutti gli aspetti di gestione corrente, dalle conferenze stampa alle presentazioni degli atleti, dagli accordi commerciali ai trofei vinti, dalle iniziative future alle attività di marketing , oltre a riavvicinare i tifosi ,magari coinvolgendoli in iniziative ed eventi che portino vita allo stadio anche al di fuori del giorno della partita, sarebbe il miglior biglietto da visita per poter aumentare anche i ricavi commerciali sfruttando il proprio “brand” nel mondo, esportando il proprio marchio nei nuovi e ricchi mercati esteri con innovative strategie commerciali e marketing, e nell'era della globalità risultano determinanti anche le iniziative digitali che permettono di raggiungere molti milioni di persone in ogni continente. Per quanto riguarda invece il campo direi che diviene di fondamentale importanza potenziare il settore giovanile, specialmente in un periodo di crisi economica come quello che oggi attraversa interamente il nostro paese. Scovare e coltivare giovani talenti in casa significa poter programmare a medio e lungo termine e soprattutto attuare una politica societaria che consenta anche dei risparmi. Un aiuto potrebbe arrivare quindi dalla FIGC che recentemente ha approvato una riforma che prevede l’obbligatoria presenza in prima squadra di almeno 4 calciatori cresciuti nei vivai italiani e 4 cresciuti nel vivaio del club per cui sono tesserati. Inserendo ogni anno in pianta stabile nella squadra maggiore i giovani più pronti e meritevoli potremo ,col tempo e con il lavoro, finalmente rivedere in campo calciatori che seguano le orme dei vari Maldini , Del Piero ,Totti che sono un esempio chiarissimo di cosa significa puntare sul proprio vivaio: calciatori e uomini che incarnano i valori del club e che ne diventano bandiere, si tratta di veri e propri investimenti. Essenziale è quindi creare un’importante rete di osservatori altamente competenti ( in stile Udinese..) che siano sempre pronti e attenti a scovare i migliori talenti del panorama mondiale sottoponendo i profili più interessanti alla società che informata con largo anticipo sulla concorrenza e prima che i nomi siano sulla bocca di tutti , può accaparrarseli a prezzi accessibili e a volte irrisori. Tornando alle questioni societarie con mio piacere sarà ancora di fondamentale aiuto la riforma appena emanata dalla FIGC sul tetto delle rose , infatti limitando i componenti della rosa a soli 25 calciatori ,si abbatterebbero buona parte dei costi relativi agli ingaggi degli stessi , evitando emblematici casi di squadre composte da 30 e più calciatori alcuni dei quali nonostante percepiscano stipendi milionari molto spesso non mettono mai piede in campo , ovviamente sarà in egual modo importante stabilire un tetto ingaggi da non superare. Questo lavoro di restyling e di abbattimento dei costi superflui è finalizzato a portare la società in pari con i conti , ma è anche chiaro che raggiungendo una certa stabilita economica e avendo quindi la possibilità di generare utili si potrebbero liberare risorse importanti per acquistare almeno uno o due top player all’ anno, tornando cosi sulla cresta dell’onda , e l’esempio del Bayern Monaco è lampante : ricordo benissimo lo sfogo di qualche anno fa di Franz Beckenbauer , che faceva notare quanto i grandi calciatori erano restii ad andare a giocare in Germania e al Bayern, nonostante il club tedesco fosse uno dei più importanti club della storia del calcio, preferendogli l’Italia l’Inghilterra e la Spagna . Con il duro e serio lavoro la Germania ed il Bayern si sono ricostruiti, ed ora i risultati e i successi dei tedeschi parlano chiaro : la coppa del mondo della scorsa estate e il dominio del Bayern in Europa ,con la conquista della Champion’s League di due anni fa ,sono evidenti , l’Italia deve poter trarre spunto da tutto ciò e ripartire, ed i nostri club cominciare ad entrare finalmente nell’era moderna. Cosi facendo ci sarà un futuro anche per il nostro calcio e nei migliori club potranno ricominciare a metter piede i Cristiano Ronaldo i Robben e gli Ibrahimovic del futuro in un mix vincente che ovviamente preveda la presenza dei talenti nostrani . Noi tifosi ed amanti del calciomercato non smetteremo di avere la speranza di poter di nuovo rivivere quelle estati sognando sotto l’ombrellone l’acquisto del grande fuoriclasse, strappato alla concorrenza straniera grazie all’ abile lavoro dei nostri DS e soprattutto non smetteremo di avere la speranza di poter di nuovo assistere ad un campionato di alto livello in cui militino tanti campionissimi che rendano ogni partita uno spettacolo memorabile per i tifosi. Marco Ramiccia