Quando pensi al mediano , pensi al sacrificio ,alla generosità, all’umiltà e all’importanza del lavoro, perche il calcio tante volte è lo specchio della vita e ci insegna che grazie alla costanza,grazie al duro lavoro quotidiano nonostante non si abbiano qualità tecniche eccezionali si possono raggiungere risultati insperati. Dice bene Ligabue nella sua celebre canzone ,il mediano è colui che “ natura non gli ha dato ne lo spunto della punta ne del 10” ma è colui che senza prendersi le luci della ribalta aiuta i compagni e di conseguenza la squadra, dando sempre il 110% di se stesso ,a raggiungere i migliori risultati possibili. Sottovalutare il valore e l’importanza di questo ruolo è da sempre nell’ordine delle cose. E’ sempre stato più facile per un regista , per un’attaccante , per un fantasista ,gente dall’estro e dal talento innato,in un calcio sempre più mediatico come quello di oggi, prendersi le copertine dei giornali e generare l’entusiasmo dei tifosi,ma l’allenatore, colui che gestisce e lavora a tu per tu ogni giorno con la squadra, colui che è sempre alla ricerca costante dell’equilibrio trai reparti, si guarda bene dal sottovalutare la figura del mediano. La storia come sempre insegna,e basterebbe andare a guardare due delle formazioni più vincenti degli ultimi anni, il Milan del ciclo Ancelotti e il Barcellona del ciclo Guardiola, per capire l’importanza di avere un vero mediano in campo. Queste due formazioni imbottite di palleggiatori e funamboli incredibili,avevano ed hanno ancora,nel caso dei catalani, in Gennaro Gattuso e Sergio Busquets due interpreti fondamentali per lo sviluppo e la realizzazione del loro gioco . Per noi italiani ,e per i tifosi milanisti in particolare, Gennaro “ringhio”Gattuso è colui che incarna alla perfezione la figura del mediano per antonomasia,e non è e non sarà mai una questione di campanilismo che mi porta ad affermarlo, perchè chi meglio di lui può rappresentare la dedizione e lo spirito di sacrificio in campo,la voglia di non mollare mai, la voglia di dimostrare che nonostante le qualità tecniche non eccelse in un Milan di piedi buoni poteva starci anche lui. Il mediano calabrese non era infatti dotato di grandi piedi e in un Milan che per ordine presidenziale doveva perseguire la via del “bel giuoco” e del calcio offensivo,”ringhio” poteva infatti trovare molte difficoltà,ed invece proprio le sue qualita’ atletiche fisiche e caratteriali, la sua dedizione al lavoro sono state il suo punto di forza. Emblematica la frase che pronunciò all’alba del vincente ciclo Ancelotti sul possibile arrivo del pallone d’oro Rivaldo dal Barcellona ”Rivaldo,non si deve preoccupare di correre,ma di fare gol, a correre per lui ci penso io”,ed infatti cosi fu, Gattuso diventò ben presto fondamentale nel Milan di Ancelotti, con la sua grinta e la sua generosità, una carriera ,la sua, passata a sradicare palloni dai piedi degli avversari a fare da “guardaspalla” a maestri del pallone come Pirlo, Seedorf ecc., senza mai mollare di un centimetro in campo sempre con umiltà e spirito di sacrificio, dotato di una stoica resistenza al dolore ,il 7 Dicembre 2008 al 4' minuto del primo tempo di Milan-Catania si fece male: lesione al legamento crociato del ginocchio destro,nonostante il grave infortunio, Rino rimase in campo fino al 90' con una semplice fasciatura. Ancelotti nella sua fortunata parentesi milanista da allenatore ,è ricorso a lui e alla sua arrembante voglia di fare per arginare le falle difensive ampiamente auspicabili da chi aveva avuto la coraggiosa idea di costruire un centrocampo a rombo composto da tre giocatori su quattro molto offensivi ,parliamo di Pirlo un ex trequartista chiamato a fare il regista basso, Seedorf ex-trequartista chiamato a fare la mezz’ala sinistra e un trequartista a scelta fra Rui costa e Rivaldo prima e Kakà poi. Al fianco di questi giocatori Gennaro Gattuso è diventato grande ed ha costruito la sua storia ma anche un pezzo importante della storia del Milan vincendo titoli italiani ed europei tra gli altri 2 Champions League e 2 campionati italiani, ed ha dimostrato che le sue qualità atletiche ,fisiche ed agonistiche erano importanti tanto quanto quelle tecniche dei suoi compagni di reparto ed anzi fondamentali per garantire il rendimento degli stessi, per il calabrese parlano infatti le continue standing ovation dei tifosi presenti allo stadio “San Siro” di Milano, da sempre casa del Milan,dove ha collezionato prestazioni straordinarie esaltando spesso i suoi tifosi, come nell’ epica partita perfetta con il Manchester United del 2007,semifinale di ritorno della champions league successivamente vinta in finale ad Atene con il Liverpool, dove si mangiò letteralmente il fenomeno Cristiano Ronaldo facendolo diventare piccolo piccolo con il suo carisma e furore agonistico,ma parlano per lui anche i commenti sempre positivi degli addetti ai lavori e dei tifosi italiani ,che durante lo storico mondiale tedesco vinto dalla nostra nazionale nel 2006, si sono esaltati davanti alle chiusure e ai recuperi difensivi del mediano rossonero ,tanto che in lui molti di noi ,gente comune, ci siamo immedesimati. Lo tesso Sergio Busquets ha una storia simile a quella del nostro Gattuso, uscito dalla grande “cantera barcellonista”,tradizionalmente fucina di talenti purissimi, il rude mediano spagnolo ha sorpreso tutti insediandosi di prepotenza all’ interno della macchina quasi perfetta di Guardiola,uno che non a caso lo definì “il miglior centrocampista difensivo del pianeta” nonostante il ragazzo fosse giovanissimo e sconosciuto ai più. Eppure il preparatissimo Pep ci aveva visto giusto, Busquets non ha tradito infatti le grandi attese create dal suo stesso allenatore,presentandosi al “Camp Nou” con prestazioni di alto livello,un mediano granitico ed essenziale che si è inserito alla perfezione all’interno di una formazione piena zeppa di palleggiatori e gente abituata a dare del tu al pallone ,un mediano di rottura che attraverso il duro lavoro quotidiano si è ritagliato il suo spazio in una formazione che aveva fatto del “Tiki Taka” il suo credo calcistico e della qualità e del fraseggio il suo punto di forza, caratteristiche tecniche e di gioco non propriamente in possesso del mediano spagnolo . Eppure il classe ’88 ha sovvertito i pronostici diventando con le sue qualità difensive ,con la sua intelligenza tattica,con la sua semplicità ,totalmente l’opposto dell’estrosità di gioco delle stelle blaugrana, un punto di forza importante del Barcellona e della stessa nazionale spagnola campione d’Europa e del Mondo,sopperendo con intelligenza alle lacune difensive dei suoi compagni di reparto, portando cosi l’equilibrio mancante alla formazione di Guardiola, che raggiunta la completa maturazione fu definita dai media addirittura “illegale” perchè senza apparenti punti deboli .Per questo nella storia del Barcellona vincitrice di trofei nazionali e internazionali al fianco dei vari Messi ,Villa ,Xavi, Iniesta ci sarà sempre anche Sergio Busquets. Due mediani, due esempi emblematici di quanto questo ruolo sia fondamentale per garantire l’equilibrio della squadra,perchè in ogni squadra vincente c’è sempre bisogno di un grande mediano.