19 agosto 2014: il giorno della ricostruzione, il giorno dove ufficialmente si volta pagina. La firma. Antonio Conte è il nuovo commissario tecnico della Nazionale Italiana. Pronti, via, è un Italia di prestazioni e risultati, capace di vincere in tutti i modi: ottima partenza con un 2-0 in amichevole contro l'Olanda, poi altro successo in Norvegia con il medesimo punteggio e infine la sofferta vittoria di misura contro l'Azerbaigian, gare queste ultime valide per la Qualificazione agli Europei di Francia 2016. I numeri di Conte allenatore parlano per lui: da Bari ad Arezzo, dal bianconero di Siena a quello di Torino sponda Juventus, i risultati in termini di gioco e obiettivi raggiunti non sono mancati; le promozioni in Serie A con i Galletti e nella città del Palio, tre scudetti di fila vinti nel capoluogo piemontese, la Supercoppa Italiana, il record di 11 vittorie consecutive. Il più grande merito dell'allenatore pugliese - uomo giusto al momento giusto - è stato quello di entrare nella testa dei giocatori, riconosciuta e innata abilità del tecnico: in poco tempo, sotto la sua guida, il gruppo azzurro ha ritrovato la fiducia e non molla un centimetro in campo fino al triplice fischio dell'arbitro. I giocatori credono in lui, i giovani crescono, migliorano, esplodono - vedi Simone Zaza, uno su tutti - il blocco juventino lo conosce bene e anche chi l'ha avuto in passato come Pirlo non ha potuto dire di no alla chiamata del selezionatore, unico capace di farlo ritornare sulla decisione di lasciare la Nazionale. Senza Giuseppe Rossi ma con ragazzi che hanno voglia di far vedere che possono meritare questa maglia, è un'Italia che sembra esserci e costruirsi partita dopo partita. Troppi elementi per essere un qualcosa frutto del caso o semplici coincidenze. Il lavoro svolto da Conte fino a questo momento ha quasi fatto dimenticare la vicenda economica legata al suo ingaggio da allenatore tra i più pagati di sempre tra sponsor e contratto ma dal resto, quando arrivano i risultati, tutto è più sopportabile: il calcio insegna. Anche i dubbi legati ad un uomo abituato al lavoro quotidiano sul campo, più allenatore che selezionatore sembrano confutati. Nuova aria a Coverciano: staremo a vedere, ma la strada sembra quella giusta.