Di recente i media hanno riportato la notizia che sette dei migliori club europei si sono incontrati “segretamente” a Londra per discutere della possibilità di formare una Super League europea, un tema ricorrente da anni nelle cronache giornalistiche. Siamo inoltre stati informati che la proposta potrebbe avvenire entro la stagione 2021/22 e che gli 11 fondatori della nuova lega non potranno retrocedere, una sorta di posto fisso insomma.
Di primo acchito sembrerebbe una cosa elettrizzante, vedere un campionato con tutti top team che si danno battaglia tra di loro. Proporre partite solo tra grandi club europei carichi di storia, fascino e tifosi. Pensare alla Superlega come una Nba del calcio, produttrice dello spettacolo calcistico supremo e orientata alla massimizzazione del ritorno commerciale. Idea certo affascinante, ma ancora priva di una sua collocazione effettuale. Non sorprende che tutti questi club, nonostante le prove fotografiche dell’incontro avvenuto in un noto hotel di Londra, hanno negato di essere lì per discutere la prospettiva di una lega separatista.
Apparentemente, non era all'ordine del giorno, ma non hanno rivelato perché alcuni degli uomini più potenti del calcio si fossero incontrati per il tè del pomeriggio e un po' di riposo. Forse non sono così preoccupati che sono stati fotografati mentre uscivano dalla porta girevole? Forse volevano essere “paparazzati” e testare le acque dell’opinione pubblica prima di realizzare un grande sconvolgimento nel nostro calcio? Beh, sicuramente sono riusciti nell’intento di agitare le acque. Ci saranno anche molti favorevoli a questa iniziativa, ma penso che il tifoso medio – me compreso – non ha affatto gradito ed ha stroncato subito il discorso, perché il calcio ci piace così com’è. Super lega, no grazie!

Degli undici “fondatori”, cinque sarebbero stati inglesi. Questi consistono nei due club di Manchester, Chelsea, Arsenal e Liverpool. A loro si uniranno le superpotenze spagnole, il Barcellona e il Real Madrid, così come la Juventus e il Milan dall'Italia e il Bayern Monaco dalla Bundesliga. Anche i petroldollari del Medio Oriente col Paris St. Germain (il cui proprietario è il fondo sovrano qatariota Qatar Investment Authority) sono stati invitati alla festa. E pensare che la squadra parigina fino a poco più di un decennio non se la passava affatto bene. Nel campionato 2007/08 le cose erano molto diverse. La stella della squadra non era Neymar, l’acquisto più costoso di sempre con 222 milioni di euro versati al Barcellona, ma il portoghese Pauleta, all’epoca 35enne.
E il Psg, invece di dominare la Ligue 1, rischiava la retrocessione in Ligue 2. Riuscì a salvarsi solamente all’ultima giornata ad una manciata di punti dal terzultimo posto. È incredibile cosa possono fare i soldi! Ora è uno dei più grandi team d'Europa. Altri club saranno invitati come ospiti a partecipare a un campionato di 16 squadre. In questa fase è trapelato che questi club sono Atletico Madrid, Inter, Roma, Borussia Dortmund, forse Marsiglia o un altro club scelto tra Portogallo (Porto o Benfica), Olanda (Ajax o PSV) e Turchia (Galatasaray). Ma è ancora un idea embrionale e le notizie sono frammentarie. In questo modo però non ci sarebbe spazio per il Napoli (negli ultimi anni sempre tra il secondo o terzo posto in Serie A e quindi sempre presente in Champions), il Tottenham (una delle migliori squadre di Premier) o il Leicester (vincitore della Premier League 2016) o del Siviglia (plurivincitore della Europa League negli anni scorsi, ed attualmente al secondo posto in Liga alle spalle del Barcellona). Ma sono tante le squadre di prestigio in Europa, come i due club di Glasgow, Porto e Benfica, Valencia e Monaco. Solo per citare alcuni dei club che saranno scacciati dall'élite europea e continueranno a giocare nei loro campionati nazionali impoveriti e privi di molte squadre forti.

Le conseguenze sono facilmente prevedibili. Come detto prima, anche io alla notizia, mi sono subito esaltato all’idea di questa Super Lega, che ci farà assistere ogni settimana a match di altissimo livello con le migliori squadre d’Europa. E come me sicuramente altre centinaia di milioni di persone vorranno vedere questo spettacolo, e non c’è dubbio che molti si abboneranno alla pay tv che offrirà la copertura televisiva della Super Lega. Sky o chi per esso dovrà quindi investire per acquistare questo nuovo prodotto a scapito dei vari campionati nazionali, che per forza di cose saranno valutati al ribasso: sono le leggi di mercato. Quindi è facile prevedere che gli equilibri attuali muteranno. Il Napoli che in questi anni ha aumentato a dismisura il suo monte ingaggi dovrà ridimensionare il budget a disposizione, quindi molti giocatori andranno altrove per guadagnare di più. Ma questo stesso ragionamento lo si può applicare anche alle squadre inglesi che adesso dominano la scena per via degli enormi introiti garantiti dai diritti tv. Come farà il Tottenham a tenere Harry Kane e pagarlo 200 mila sterline a settimana? Non potrà. La bolla del calcio potrebbe esplodere e se club come Spurs, Napoli e altri ancora saranno lasciati indietro, i loro ricchi proprietari saranno costretti a rivedere il loro – enorme – investimento, o nei casi peggiori anche di abbandonarlo. Nel frattempo, BT Sport o Google, o Amazon o Facebook presenteranno una guerra di offerte per avere la copertura della Super League europea. Alla fine, purtroppo, tutto si riduce al vil denaro. I club d'élite sono avidi di natura e credono davvero che dovrebbero guadagnare ancora più soldi, soprattutto per quanto riguarda i diritti televisivi. Ritengono che i 100 milioni di euro circa che garantisce la UEFA Champions League (tra premi, bonus e divisione dei diritti tv) non siano più sufficienti. I loro occhi si sono illuminati quando l’americano di turno gli ha garantito entrate per 400 o 500 milioni a stagione grazie a questa fantomatica Super Lega. I grandi club non si preoccupano della tradizione, della storia o di ciò che è meglio per il tifoso medio, che però fino ad adesso gli ha fatto comodo! Esaminano solo il bilancio e sanno che se un tifoso della Juventus non riesce a guardare i bianconeri dal vivo per via degli esorbitanti costi, allora ci sarà qualche altro appassionato nel resto d’Europa che lo farà. Tutto ciò è vergognoso.

Con la minaccia di una Super League europea incombente, non mi sorprende che la UEFA e la FIFA abbiano già preso una posizione importante. Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, ha già dichiarato che i giocatori che parteciperanno alla Super Lega europea saranno banditi dal calcio internazionale e non sarà permesso loro di giocare in Coppa del Mondo. Ora mi chiedo, quanti giocatori, in realtà e sinceramente, giocheranno per il loro paese come l'apice assoluto della loro carriera se dovessero ricevere un considerevole e robusto aumento di stipendio per giocare nella Super Lega? Sarebbero disposti a sacrificare quell'onore? Questo vorrebbe dire, dunque, la fine delle Nazionali intese quali massime espressioni calcistiche di un Paese. Ancora una volta i tifosi non saranno presi in considerazione e i club dovranno fare attenzione perché la novità di viaggiare a Parigi, Milano, Londra o Madrid potrebbe poi presto passare di moda. La passione potrebbe scemare e non so quale sarebbe la voglia e l’interesse di vedere delle partite a fine stagione con delle squadre che non hanno più obiettivi. Infatti in una Super Lega non ci sarebbero neanche obiettivi intermedi, come la qualificazione ad una coppa o evitare la retrocessione. Il tifoso medio avrà voglia di spendere centinaia di euro per andare a vedere la propria squadra contro il Borussia Dortmund per l'ennesima volta senza che ci sia più nulla in palio? Forse lo farebbero, ma scommetterei che quei club perderebbero un gran numero di fedeli sostenitori e non mi sorprenderebbe che questi tifosi potrebbero desiderare di tornare a rivedere la propria squadra in un campo di provincia nel torneo nazionale.

Pensare a un vero e proprio campionato sovranazionale solo tra big significa in automatico superare o quantomeno declassare i campionati nazionali esistenti. A quel punto bisognerebbe però creare un’organizzazione completamente autonoma dall’UEFA, che è la federazione internazionale che riunisce le federazioni calcistiche nazionali dell’area europea, e che danneggiando i campionati nazionali danneggerebbe se stessa. Non solo, l’idea di una Lega chiusa rivolta solo ai club già blasonati significherebbe superare un secolo e mezzo di cultura del merito sportivo, simboleggiata dal sogno della scalata dai bassifondi all’empireo oggi rafforzato dall’incredibile storia di successo del Leicester, che proprio dell’avveramento di questa speranza ha fatto il suo marchio globale destinato a essere ricordato per i prossimi decenni. Le nazioni non sono resti del passato. Chi pensa a un facile superamento dei campionati nazionali commette un peccato di velleitarismo paragonabile a quello di chi pensa a un’Europa federale come superamento degli Stati nazionali. Pensare a una Lega completamente autonoma dall’Uefa significa quindi anche esporsi ad conflitto giuridico.

Il calcio deve guardare al futuro, ma non va allontanato dai tifosi. La loro lealtà, passione e amore per i loro club è ciò che rende il nostro calcio così speciale. Non vogliamo – noi tifosi – che i nostri migliori club vengano trascinati in giro per l'Europa ogni settimana come un circo, specialmente a scapito delle Nazionali. Lo sport è costruito sulle speranze e sui sogni ed è per questo che continuiamo ad andare allo stadio in ogni giornata, con la speranza che un giorno sarà il nostro club a fare come il Leicester o raggiungere le ultime fasi di una competizione di coppa, come la Roma ed il sogno finale di Champions svanito per un non nulla. Portateci via tutte queste emozioni ed allora tanto vale che si inizi a guardare la Major League Soccer.