Due indizi non fanno una prova, si sa, eppure il Milan visto domenica nell'amichevole con il Cesena ha riscontrato vari problemi, soprattutto nello sviluppo, con il 4-3-1-2, di un gioco fluido, rapido e imprevedibile come quello richiesto da Marco Giampaolo. Il famigerato gioco "a testa alta" non si è visto minimamente, tanti errori in impostazione e nessun tiro in porta, Piatek non è stato servito quasi mai ed è per lunghi tratti rimasto estraneo al possesso rossonero, per non parlare di Castillejo, evanescente per tutta la partita, completamente slegato e non collaborante con il bomber polacco, un'ulteriore dimostrazione del fatto che Samu, la seconda punta, non la sa fare. Suso, nonostante alcuni lampi dei suoi e come sempre un ottimo controllo del pallone, non ha mai saputo imbucare le difese con lo stile di un trequartista, limitandosi, molto spesso, ad allargare il gioco oppure, allargandosi lui, per cercare il solito rientro sul mancino.
Purtroppo, il peso offensivo è stato pressoché nullo, provando che ci sono grandi difficoltà nella costruzione e nella finalizzazione da parte dei protagonisti in campo, portando alla suggestione di un ritorno al 4-3-3 scelto da Gattuso nella passata stagione. Un problema rilevante è stato il centrocampo macchinoso con Calhanoglu regista inventato (con pessimi risultati), Borini mezzala forzata e un Paquetà che non ha ancora assimilato molti schemi del Milan di Giampaolo.

Il centrocampo, tuttavia, ha molti interpreti possibili che a Udine non si sono visti partire dal primo minuto, come Kessiè, Bennacer, Bonaventura in ripresa, Biglia out ma non per molto; Krunic, inoltre, potrebbe essere una sorpresa: insomma, è possibile far quadrare il cerchio nel giro di poco tempo, trovando delle soluzioni che permettano ai rossoneri di avere dei buoni palleggiatori nella zona centrale, come Lucas e Ismael, e anche degli ottimi incursori che si propongano in proiezione offensiva, ovvero Franck, Jack e Rade.

Il vero problema resta quindi l'asse offensivo che, come si è potuto notare, non è adatto al 4-3-1-2 per le caratteristiche dei suoi interpreti, i quali sono abituati a ruoli diversi e sarebbero, in un 4-3-3, molto più funzionali. Il tallone d'Achille del tridente titolare dello scorso anno è stato Calhanoglu, giocatore mancante però di velocità e imprevedibilità, anche perché si tratta più di un costruttore che di un dribblatore, sicuramente più adatto a fare la mezzala, restando più nel vivo del gioco rispetto ad un esterno. La domanda sorge spontanea: se non arrivasse Correa, il che è ormai molto probabile, sarebbe giusto puntare ancora su Calhanoglu per il fronte mancino?

Il vero giocatore che potrebbe essere una spina nel fianco per le difese avversarie partendo da quella zona di campo è, a mio modesto parere, Rafael Leao. Giampaolo deve accorgersi che questo ragazzo, seppur molto giovane e a volte quindi un po' deconcentrato, ha una grande personalità e saprebbe fornire molti assist a Piatek: tecnica, prestanza fisica, velocità, ha tutto quello che serve per essere l'ala titolare, per permettere all'attacco rossonero di spiccare il volo. Hakan, tuttavia, può essere davvero utile come mezzala, non bisogna assolutamente dimenticare le sue grandi doti balistiche, che possono sempre fare comodo per dare una fiammata in alcuni tratti del match. Però, la vera svolta, e bisogna crederci, può essere Leao. Deve essere lui.
Il tridente Leao, Piatek, Suso, può fare molto, molto male agli avversari. Vedremo se questo pensiero potrà entrare nelle papabili scelte del mister, sperando che il mercato dia comunque qualche altro pezzo pregiato che possa aiutarci. Staremo a vedere.