Chiedete ad un Ultras perché si reca ogni settimana, in casa e in trasferta, col sole e la pioggia, il caldo e il freddo, in Curva a tifare per la sua squadra del cuore. Riceverete tante risposte differenti: una passione, una vocazione, un bisogno, una necessità. Il tifo, se sano e controllato, è una delle gioie più belle che il calcio ci ha donato, i cori a squarciagola, l'unità di un gruppo, nella vittoria e nella sconfitta, sempre insieme a dare il massimo per incitare i propri giocatori, un contributo fondamentale per "suonare la carica" agli undici in campo.

Scontri, linciaggi, risse, sono parte di un sistema che, ahimè, è incontrollabile: un gruppo di persone riunite rischiano sempre di combinare qualcosa di sbagliato. Tutto ciò viene spiegato facilmente citando un uomo dalla saggezza estrema come Albert Einstein:"due cose sono infinite, l'universo e la stupidità umana, ma sulla seconda ho ancora dei dubbi.". Bisogna quindi andare oltre alla visione di un sistema considerato "malato" e "irrecuperabile" come quello del tifo organizzato solo a causa di eventi isolati di gruppi che odiano lo spirito del calcio, e andare oltre ai luoghi comuni imposti dalla società e goderci a pieno la grande e genuina festa dello stadio.

Perché Milan-Brescia è una partita speciale? 
Bene, ecco la risposta.
Come molti di voi già sapranno, le due tifoserie sono unite in un gemellaggio che dura ormai da più di trent'anni, partecipano reciprocamente alle feste organizzate dalle curve, c'è un affetto particolare, una storia che, grazie ai buoni rapporti dei capi ultrà del passato, è stata ereditata dai capi seguenti e tramandata fino ad oggi, mantenendo sempre saldo e stretto il legame. Sabato sarà quindi un grandissimo spettacolo, con il rosso e il nero delle sciarpe milaniste che si unirà con il bianco e blu di quelle bresciane, seppur in ovvia minoranza, all'interno del Meazza; i cori saranno solo ed esclusivamente di rispetto e di gioia e cantati insieme, come fecero, ogni anno, nelle stagioni in cui il Brescia militava regolarmente in Serie A.

Un ricordo particolare impresso nella mente di entrambe le tifoserie riporta al 16 Maggio del 2004, un 4-2 in favore del Milan che chiuse uno dei più grandi capitoli della storia del calcio italiano, ovvero la fine della carriera del "Divin Codino" Roberto Baggio, il quale militò in entrambe le squadre, nei rossoneri per due stagioni ('95-'97) e per quattro nella Leonessa ('00-'04). Baggio venne colto da una marea di applausi da uno stadio quasi al completo, in un'atmosfera surreale, che chi ha potuto assistere ricorda con una certa nostalgia... Essendo io molto piccolo al tempo (6 anni) non ebbi la possibilità di essere a San Siro quel giorno, ma ricordo perfettamente di averla vista in TV e di essermi emozionato particolarmente, sono un bresciano tifoso del Milan, i miei occhi brillavano uniti al dispiacere di non vedere più in campo uno degli idoli miei e della mia città, un talento indissolubile che ha scritto pagine di storia che purtroppo ho vissuto solo a metà, ma che per passione ho recuperato scavando nel passato, guardando video di repertorio sulla sua immensa carriera.

Detto ciò, concludo col dire che Milan-Brescia è, per questo sport, una festa da vivere al massimo. Se potete, comprate i biglietti, portate i vostri figli e nipoti a San Siro, anche le vostre ragazze e mogli se riuscite a convincerle, fate capire loro cosa vuol dire amare il calcio nella maniera più essenziale, senza odio e senza campanilismo, solo e soltanto emozioni positive. Rossoneri, biancoblù, un'alleanza che ci rende orgogliosi.
FORZA MILAN! E FORZA BRESCIA!