La notizia della giornata è l'esonero di Andriy Shevchenko, sollevato dall'incarico di allenatore del Genoa proprio in queste ore, dopo la sconfitta ai supplementari contro il Milan. 

Sembra proprio che il presidente Zangrillo abbia voluto concedere un'ultima passerella d'onore all'Ucraino nel suo stadio, prima di esonerarlo definitivamente.
Semplice scherzo del destino o scelta davvero voluta? Fatto sta che quella andata in scena giovedì è stata l'ultima partita di Sheva sulla panchina rossoblu ed è avvenuta sotto gli occhi del pubblico che più lo ha amato. 
Applausi, striscioni in ricordo di Manchester 2003 e cori hanno formato un tappeto rosso meritato per l'ex attaccante rossonero, che almeno ha avuto modo di salutare la sua tifoseria prima di abbandonare definitivamente la Serie A. 

Il paradosso è che l'esonero è avvenuto proprio dopo la miglior prestazione del Genoa, frutto anche dei nuovi acquisti. La sensazione è che Zangrillo avesse già deciso di continuare senza Sheva e gli abbia concesso un'ultima passerella a casa sua. 
La scelta è criticabile, in primis perché nell'ultimo mese la squadra ha dovuto affrontare molte big e quasi nessuna avversaria diretta, perciò sarebbe stato difficile per chiunque fare meglio di lui; in secundiis perché il mercato sta entrando ora nel vivo e sarebbe stato più giusto dare almeno un'ultima chance al tecnico di giocare con i nuovi acqusti ( su tutti Miranchuk ormai vicinissimo ad arrivare nel capoluogo ligure sponda Genoa). 

Non sarà così, invece, ma almeno "l'usignolo di Kyev" ha avuto la possibilità di tornare nella sua vecchia casa da avversario per un ultimo saluto. Un pizzico di romanticismo in un mare di esagerato cinismo.