E' freschissima la notizia che Donnarumma ha rifiutato di rinnovare il contratto che lo lega al Milan.

Sono altrettanto fresche le dichiarazioni del portierone azzurro, in ordine al legame ed all'affetto che lo lega al Milan, che non hanno fatto altro che confermare i ripetuti simbolici baci di maglia che Donnarumma ha sparpagliato varie volte sull'erbetta di San Siro in occasione di diversi finali di partita.

La vicenda diventa kafkiana.
Delle due l'una: o ci troviamo di fronte ad un autentico campione di ipocrisia il quale ci ha propinato continue recite da "o' surdato 'nnammurato", celando un animo molto più cinico e interessato al vil danaro, oppure ci troviamo di fronte ad un ragazzo imberbe che ha subito, forse mal volentieri, la prepotenza di un personaggio che di etico non ha un bel niente. 

Non conoscendo personalmente Donnarumma ogni scelta tra le due opzioni sarebbe apodittica e poco documentata ed argomentata.
Ma vi sono di converso ripetute dichiarazioni di chi invece lo conosce molto bene a cominciare dall'allenatore per passare agli altri tecnici ed ai compagni di squadra. E da queste persone, nei giorni scorsi, ripetute sono state le dichiarazioni che attestavano una volontà del "principino del golfo" di voler rimanere al Milan.
Di questi è obbligo che ci si debba fidare. Altrimenti dovremmo mettere in discussione l'intero pianeta Milan, ma anche l'attendibilità
dell'intera galassia dei media. Né è pensabile che sia successo qualcosa di tanto grave da aver fatto cambiare idea al giovane atleta "rossoneromaancoraperpoco".

Evidentemente il giovane ha subito la prepotenza di un procuratore il quale ha imposto una serie di decisioni tutte inquadrate nel suo braccio di ferro con la società, come del resto in passato ha più volte fatto. Raiola è ormai vittima della sua immagine di uomo cinico e ostico il quale la deve sempre spuntare, avere sempre l'ultima parola, essere sempre quello che detta le condizioni, sfruttare sempre le situazioni per un tornaconto, apparentemente dell'atleta tutelato, ma sostanzialmente personale.  
Ci sono tanti procuratori in giro che fanno quasi le stesse cose di Raiola ma con una eleganza totalmente diversa e soprattutto non dimenticando che qualche giocatore ne fa ancora anche una questione di cuore.

La conclusione della vicenda ha molto il sapore di una ripicca o vendetta di Raiola, il quale ha voluto ancora una volta dimostrare che lui non subisce condizioni, piuttosto le pone. 

A questo punto il Milan deve fare una scelta decisiva.
Grazie al capolavoro del Sig.Raiola l'affetto tra Donnarumma ed i tifosi è definitivamente compromesso e, pure se questa sceneggiata fosse una tragica pantomima per alzare il prezzo, Gigione non potrebbe stare tra i pali del Milan neanche per 5 minuti. Non gli si perdonerebbe nulla e, per un ragazzo così giovane, l'intransigenza dei tifosi è la peggiore medicina per gestire la crescita.

Donnarumma altrove non troverà l'affetto ed il calore che lo ha accompagnato in questi anni al Milan e ben presto si pentirà lui, o chi per lui (famiglia), di questa decisione.
Il Milan lo deve cedere subito realizzando il massimo dell'utile possibile. Ma lo stile del procuratore deve essere accompagnato da una risposta adeguata. E l'unica risposta adeguata è una chiusura netta con il personaggio e con qualunque suo rappresentato.
E a buon intenditor poche parole.

Donnarumma invece ha una sola strada per tornare indietro, se davvero è stato fino ad ora sincero: revocare Raiola e cambiare procuratore e firmare in tempi brevissimi il contratto col Milan.

Solo così la sua buonafede sarebbe salva.

Massimo Carugno