Come molti sanno, i quattordici anni sono il momento della verità nel calcio. Infatti, a partire dalle competizioni Under 14, la federazione rimuove i principi propri dei settori giovanili di base (divieto di pubblicazione di classifiche, risultati basati sui tempi vinti, obbligo di schierare in campo, almeno per un tempo, tutti i ragazzi convocati, auto-arbitraggio).
Dopo un anno, quindi, la Federazione prova a fare i conti con chi è rimasto nel circuito pre-agonistico, organizzando, ormai da più di un decennio, attorno a dicembre, un torneo giovanile di natale a quattro squadre, nella forma attuale suddivise su base regionale attraverso stage effettuati in precedenza, e convocando 22 giocatori per ogni macroregione, per un torneo che permette di individuare i migliori prospetti/talenti della categoria. E' anche il modo per costruire la rosa dell'Under 15 nazionale che viene poi impegnata nelle competizioni nell'anno solare successivo.
E’ allora interessante andare a riprendere le convocazioni che si sono susseguite negli anni precedenti, per verificare se i convocati di quella età hanno avuto poi una carriera che ha confermato le aspettative. In qualche modo, è possibile quindi individuare se il sistema calcio italiano è stato in grado di “catturare” da subito i talenti che poi hanno avuto successo.

Per comodità, allora, sono stati recuperati i nominativi dei convocati under 15 di dicembre 2013-2014-2015, corrispondenti alle annate 1999-2000-2001, e si è determinata la massima serie nella quale questi ragazzi, ad oggi, e quindi a distanza di 8-10 anni dalla loro prima apparizione nel calcio che conta, hanno militato.
In un sistema ideale, che drena circa una ventina di giocatori per annata in Serie A, ci si aspetterebbe che circa uno su quattro tra questi giocatori abbia raggiunto la massima serie. E che sia nullo il numero di giocatori di quella annata che militano in serie A, e che non sono stati catturati dal radar dell’Under 15. Ovviamente, il risultato è ben lontano dall’ideale: dei circa 260 ragazzi a cavallo del millennio che erano apparsi nel radar della nazionale sono meno di 30 quelli che, ad oggi, hanno avuto almeno una presenza nelle massime serie dei campionati, e, di questi, una buona metà ha avuto presenze sostanzialmente sporadiche, di testimonianza, o per motivazioni legate alla crescita dei cartellini.

Certo, il sistema ha intercettato da subito i vari Bastoni, Donnarumma, Frattesi, Scamacca, Buongiorno, Kean, e vedere quei nomi in queste convocazioni/stage per ragazzini solletica certamente una soddisfazione profonda, anche solo pensando alle sensazioni che una convocazione del genere può aver fatto provare a loro e alle loro famiglie. Però la larga maggioranza degli under 15 selezionati ai tempi si muove ora nei campionati tra serie C e Serie D, ed una fetta non totalmente trascurabile è scomparsa dai radar del calcio già prima di diventare "adulto".

Quindi solo una piccola parte di coloro che erano stati intercettati a quell’età ha poi confermato le attese. Ci sta, direbbero loro, selezioni fatte agli inizi della carriera prevedono una specificità molto bassa, tanti "falsi positivi", per le ragioni più disparate, che in molti casi possono non avere assolutamente nulla a che fare con il percorso calcistico, e, ovviamente e giustamente, molto più con i percorsi di crescita personale e ambientale di questi ragazzi.

Vale allora la pena, per comprendere meglio il fenomeno, capire se il sistema, così poco specifico, risulta almeno sensibile: ovvero, quanti sono i giovani italiani di quelle classi che in questo momento giocano nella massima serie, e che sono (o non sono) stati individuati ai tempi? Il numero di ragazzi 1999-2001 italiani che sono nella massima serrie dei principali campionati europei è di poco inferiore ai sessanta (54 in Serie A, Zaniolo e Tonali in Premier League, Donnarumma e Yeboah in Francia). Questo vuol dire che una buona metà di questi ragazzi NON è stata individuata da subito dal sistema giovanile della Federazione: ad esempio Raspadori (che entra nel giro della nazionale giovanile già a partire dall’under 16), Carnesecchi, Ricci e Rovella (under 17), Zaniolo (under 18), Tonali (under 19), Colpani e Pobega (under 20), Cambiaso (under 21), non hanno fatto parte di queste prime rappresentative under 15, e possono quindi essere considerati come "falsi negativi" del sistema giovanile calcistico italiano.

E’ ovvio che una sensibilità non ideale del sistema è da mettere in conto (ci sono giocatori che esplodono più tardi, ci sono percorsi di raggiungimento dell’elite del calcio che possono passare anche attraverso esperienze diverse (altre federazioni, campionati non di federazione…), ma il tema c’è. Facendo, ad esempio, il confronto con il sistema inglese (e spostandosi di un anno), sono realmente pochi coloro che giocano con continuità in Premier League entrando in ritardo nel radar della nazionale dei tre leoni: ad esempio, tra i dieci gioiellini del 2000 inglesi (valore di mercato  > 10 M€) che militano nella Premier League, solo Max Aarons ha dovuto aspettare l’Under 19 prima di entrare nel giro.