È passato poco tempo dalla chiusura del Festival di San Remo, e anche dal settimo anniversario della morte dell’immenso David Bowie. Prendiamoli come spunto, e proviamo a ragionare un po’ sul rapporto fra calcio e musica - soprattutto in Italia, con qualche aggancio al Regno Unito. Tra conferme storiche e qualche sorpresa.

Partiamo dal nostro Paese, che vanta inni calcistici - pre e post-partita, del presente e del passato - molto appassionati, sentiti e a volte anche eleganti, che spesso sono stati dei grandi successi discografici. Pensiamo al leggendario ‘ Roma (Non si discute, si ama) ‘ altresì conosciuto come ‘Rooma Rooma Rooma’ di Antonello Venditti, considerato da France Football il secondo inno in assoluto al mondo. Per tessitura musicale, interpretazione e testo - senza dimenticare l’altrettanto famosa ‘Grazie Roma’, sempre di Venditti. Passiamo poi al supergruppo Mingardi-Carboni-Dalla-Morandi, rispettivamente autore e voci de ‘ Le tue Ali, Bologna’, di cui si spera arrivi una futura versione con Cesare Cremonini. Torniamo a Roma, sponda biancoceleste, dove il cantautore Toni Malco ci propone una Lazio che vola come l’aquila - Olimpia - nel cielo, con una struttura che evoca quella degli stornelli, conosciutissima anche all’estero: 1.3000.000 copie vendute non sono bruscolini. Continuiamo la nostra cavalcata raggiungendo Crotone, dove troviamo una delle migliori melodie ed interpretazioni del cantautore romano di origine calabrese Rino Gaetano.  Fra l’altro, caro amico proprio di Toni Malco. Il pezzo si intitola ‘Ma il cielo è sempre più blu’, ed è stato al centro di una piccola diatriba con la Samp, che ha trasmesso la canzone allo stadio per alcuni mesi, al termine delle proprie partite casalinghe. Contende la palma dell’inno più bello naturalmente a ‘Napul’è’, scritta da un diciottenne Pino Daniele nel 1977, inno del Napoli, e ritratto coinvolgente della città partenopea, realizzato con pennellate impressioniste, rimandi alla tradizione e tocchi di jazz. A cui si abbina - questa è fortuna, dovuta alla fioritura immane di talenti - il ritornello incalzante di un altro grande maestro, Nino D’Angelo con la sua ‘Napoli.’

Segnaliamo ‘Nel biancoblu’, l’inno rock del Brescia, opera del talentuoso Omar Pedrini, e la scelta particolare del Parma, che si butta sulla musica classica, o meglio sull’opera, con la marcia trionfale dell’‘Aida’.  Non è l’inno ufficiale ma è comunque suonata nelle partite casalinghe, e rimanda a quando la squadra si chiamava Verdi Football club - proprio come il compositore parmense del ‘Nabucco’.

A parte gli inni, c’è tutta la scia delle sigle delle trasmissioni sportive radio-televisive, dalla ‘Domenica Sportiva’ a ‘Quelli che il calcio’, a ‘Dribbling’, a ‘Novantesimo minuto’, a ‘Tutto il calcio minuto per minuto’ . Dedicati ai calciatori: l’omaggio di Francesco De Gregori al campione del mondo giallorosso Bruno Conti, nella ‘Leva calcistica del ‘68’, oppure la ‘Vita da mediano’ del rocker Luciano Ligabue, dedicata a Lele Oriali, fino al ricordo del giocatore beat e ribelle dal cuore granata, di nome Gigi Meroni, a cui sono stati intitolati diversi brani. Alcuni invece sono sigle scritte espressamente per eventi: non avevamo Shakira, ma per Italia ’90 abbiamo schierato il duo delle notti magiche, inseguendo un gol, ovvero Gianna Nannini ed Edoardo Bennato.

Ci sono poi canzoni che vengono associate ai Mondiali di calcio o ad altre competizioni, pur non essendo state scritte espressamente per quegli eventi. Un caso italiano, ‘Messico e nuvole’, contraddistinto dalla vena malinconica di Enzo Jannacci, scritto da Vito Pallavicino e Paolo Conte, associato ormai per sempre al Mondiale di Messico ‘70.  E ci sono pure i campioni che ogni tanto cantano - vi ricordate Zlatan Ibrahimovic, proprio a Sanremo? Ovvio, l’elenco non è esaustivo.

Vi avevamo promesso un viaggio oltremanica; abbandoniamo quindi le patrie sponde per raggiungere le coste inglesi, e i campi in cui giocano e si allenano quelli che per noi furono maestri. Ora sono costanti avversari, che spesso e volentieri mettiamo in difficoltà, soprattutto a livello di nazionali.

Che in UK ci sia una connessione stretta fra la musica e il calcio è cosa nota.’You’ll never walk alone’ è ritenuto di gran lunga l’inno più commovente, toccante, memorabile al mondo, primo nella classifica di France Football; ringraziamo i tifosi del Liverpool per avercelo fatto scoprire e avercene fatto innamorare.

Liam Gallagher, ex frontman degli ’Oasis’, non passa giorno che non ci delizi con le sue osservazioni da supertifoso del Manchester City.  E poi c’è Elton John, s’è perfino comprato una squadra di seconda divisione - il Wotfard, di cui è stato proprietario e presidente.

Avevamo preannunciato una sorpresa, che è stata resa nota ai più solo quando ii Duca Bianco ci ha lasciati. Spiazzati dalla imprevista scomparsa di Bowie, ritenuto praticamente immortale, i cronisti si sono sbizzarriti nel cercare spunti originali nella sua vita, compreso l’amore per lo sport. David amava e praticava le arti marziali, specie la boxe, per irrobustire il fisico mingherlino e stare meglio in salute, oltre che reggere la pressione sul palco.

Quello che non tutti sanno è che, come ogni ragazzino di periferia inglese della sua epoca, David viveva il calcio con trasporto quasi religioso. Più volte ha dichiarato di seguire l’Arsenal, e di essere un convinto sostenitore della nazionale dei tre leoni. Spesso si mescolava al pubblico di Londra, all’ Highbury Stadium, indossando la maglietta della squadra del cuore o quella della nazionale.  

Gli è stato chiesto di cantare l’inno inglese in manifestazioni ufficiali, ma il White Duke ha sempre rifiutato con eleganza. Troppa ansia, o semplicemente modestia?

Non a caso, alla notizia della sua morte l’allora manager della squadra londinese, il francese Arsène Wenger, si presentò in conferenza stampa col volto truccato da Ziggy Sturdust, il chitarrista alter ego di Bowie, uno dei personaggi in cui si trasformava nei concerti, e nei dischi - per inciso, anche i tifosi del Liverpool lo hanno ricordato attraverso Ziggy.

Bowie ha fatto ben di più che scrivere un inno o una sigla o dedicare un pezzo al suo campione preferito. David ha mescolato il calcio con la fantascienza e la scienza, nel suo grande successo ‘Space Oddity’. Per chi non la conoscesse, narra la storia di un astronauta, Major Tom, catapultato nello spazio senza alcuna possibilità di ritorno sulla Terra. E ne è consapevole.

Dalla Terra la base spaziale - Ground Control - lo chiama, per riprendere i contatti. Tom risponde, e subito dopo si sente chiedere che maglietta indossa. L’espressione inglese lascia intuire che non si tratti di una maglietta qualsiasi. È quella bella appariscente, lucida, scivolosa sulla pelle, della squadra di club o della nazionale.

In piena corsa USA – URSS all’approdo sulla Luna,  nel 1969 ‘Space Oddity’ diventò una hit, Bowie una superstar, e quei versi riuscirono nel miracolo di affratellare persone, e tifosi, di diverse sponde.

Qualcuno sostiene la tesi assurda, una vera superstizione e accusa infame di ‘iettatura’, che David sia stato una vittima della cosiddetta ‘maledizione di Ramsey’. Ogni volta che il povero centrocampista gallese segnava un gol, qualche giorno dopo si verificava la morte di un personaggio famoso. Per pura coincidenza, toccò pure a Bowie.  Altra coincidenza: Aaron Ramsey - oggi ex Juve, finito in Scozia - allora giocava nell’Arsenal…In realtà sappiamo, dalla testimonianza del figlio maggiore Zowie alias Duncan Jones, che la dipartita di Bowie somigliò in qualche modo a una ‘dolce morte’, da egli stesso perfettamente organizzata.  La moglie Iman, che ha vissuto il lutto nella massima riservatezza assieme alla figlia avua con David, Alexandra, non ha mai confermato, né smentito.

Bowie adesso è la nostra stella nera, il nostro Major Tom, da lassù ci guarda; guarda Italia e Inghilterra, che si incroceranno fra poco in campo, di nuovo; e guarda soprattutto il suo Arsenal, che sta vivendo un momento strepitoso. E sorride, come solo lui sapeva sorridere.

Comeasyouare aka Caterina

una piccola nota: nel video non si vede Wenger con la faccia ruccata, così ciome negli altri in rete; però c'è questa immagine che spero possiate utilizzare , qui https://www.sportsjoe.ie/football/video-arsene-wenger-pays-tribute-to-david-bowie-for-inspiring-a-generation-58768