Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere, dover ascoltare, leggere, “sentire” l’abnorme vociare di una masnada di moralisti con le tasche piene che “saluta” la (per chi scrive) giusta sconfitta del progetto messo in piedi da alcuni super ricchi del calcio europeo chiamato Superlega, come se si trattasse di una sconfitta che avrebbe salvato il “figlio”, in tal caso il calcio europeo, da una fine che, con i “vecchi” genitori, non avrebbe mai fatto. Non è così.
Il calcio in Europa (ma pure in quasi tutto il pianeta governato dal libero mercato nel mondo globalizzato è sempre più privo di identità: i Mondiali in Qatar sono solo l’ultimo esempio di ciò che non va fatto con il gioco più bello del mondo), con le eccezioni che esistono in natura, ma che confermano la regola, era un cadavere in balia di eventi decisi e gestiti da chi ha potere e soldi.

La Superlega, in questo senso, sarebbe stato nulla di più di un lucchetto per chiudere la bara. E ora che questo lucchetto è stato gettato via (ma qualcuno, ne siamo sicuri, lo ha già raccolto e ripulito), spazio ai balletti, oggettivamente patetici, inscenati da chi, grazie a quel morto vivente, porta a casa un bel po’ di quattrini. E l’elemento che in questo palcoscenico rende lo spettacolo ancor più deprimente è rappresentato da una pletora di pennivendoli e opinionisti che col calcio della spettacolarizzazione forzata, da Berlusconi in poi, ha fatto carriera, salvo poi frignare perché, al cambio del padrone di turno, si è ritrovato a moraleggiare, da chissà quale pulpito (e da chissà quale superattico), sul web, per continuare a raccontare il lato oscuro del pallone solo se ci va di mezzo chi gli sta sulle scatole.

I tifosi, quelli veri, che hanno protestato col sangue a mille per evitare una fine ingloriosa del football, lo sanno che alla loro testa marcia uno due nemici sulla piazza, nemico che per di più li sta usando per spacciare una storiella a cui, chi è mediamente sveglio, non può mai e poi mai credere? E lo sanno che d’ora in avanti i prezzi dei biglietti e degli abbonamenti sia allo stadio che alle (dannate) pay tv, gli stipendi dei calciatori, le prebende per i procuratori - per non parlare del resto, esempio la finanza speculativa che deriva dallo spolpare la ricchezza reale in giro per il mondo e che garantisce un giro spaventoso di soldi a pochi soggetti - non verranno, salvo miracoli o rivoluzioni con i controcosi, rimodulati a un ribasso notevole?