Da alcuni giorni tiene banco sulle testate specializzate la ormai nota vicenda del rinnovo del prestito da parte della Fiorentina dell'attaccante egiziano Mohammed Salah. Molti tifosi viola ma anche giornalisti ed addetti ai lavori hanno prontamente stigmatizzato il comportamento del calciatore e del suo avvocato, ricordando come i Della Valle siano le persone meno adatte con le quali intraprendere un braccio di ferro su questioni contrattuali: i casi di Mutu, Toni, Montella ne sono la prova provata. I Della Valle sono persone serie, che esigono il rispetto dei contratti e degli impegni presi tanto da portare rancore imperituro alla Juventus per un Berbatov qualsiasi; non certo per le qualità intrinseche del calciatore in questione o per il finale della vicenda che ha lasciato scontente e spiazzate entrambe le società, ma per una questione di principio. I principi sono la cosa più importante per i Della Valle! Da difendere a qualsiasi costo; per questo non si faranno scrupoli ad adire le vie legali ed a tutelare i diritti della Fiorentina sul caso Salah in tutte le sedi opportune. Ma di quali diritti parliamo? Al giocatore è stata promessa la possibilità di porre il veto sul secondo anno di prestito a Firenze con tanto di documento vincolante controfirmato dalle parti, salvo poi scoprire che la famosa - o meglio famigerata - scrittura privata portava per la Fiorentina la firma di un consigliere che non ha potere di firma su determinati argomenti, che la stessa scrittura non è mai stata allegata al contratto depositato in FIGC e che il Chelsea, proprietaria del cartellino di Salah, non è mai stata informata dell'esistenza del documento. La verità è che i Sig.ri Della Valle, paladini della giustizia e delle cause meritevoli, hanno di fatto truffato il ragazzo con false promettesse ufficializzate mediante documenti quanto meno discutibili. Probabilmente la storia darà ragione a Mr. Tod's & Co., se davvero il famoso documento non ha valore in quanto non depositato insieme al contratto, ma noi davvero vogliamo prendere lezioni sulla lealtà e il rispetto delle regole da certi dirigenti, già parzialmente graziati ai tempi di Calciopoli?