Si sta come in autunno sugli alberi le foglie.

Sono effettivamente giorni di grande incertezza per i tifosi juventini, sospesi nell'indeterminata attesa di una mossa significativa della dirigenza nell'attuale campagna di mercato acquisti e cessioni.
L'ansia aumenta a fronte dei movimenti delle concorrenti, Inter in primis, che si è garantita il ritorno di Lukaku grazie a un'operazione magistrale che ne ha consentito il rientro in prestito dopo averlo venduto l'anno scorso al Chelsea per 110 milioni, con il rafforzamento del centrocampo grazie all'arrivo di Mkhitaryan e con il probabile acquisto di Bremer a fronte dell'imminente ricchissima cessione di Skriniar al PSG. Senza dimenticare il balletto che Marotta sta conducendo sulle note del Dybala sì-Dybala no, la cui eventuale acquisizione causerebbe plausibili mal di pancia ai sostenitori bianconeri.

Per quanto riguarda la Juventus, al momento tutto tace. Silenzio mediatico e lavoro sottotraccia? Mancanza di chiarezza riguardo all'indirizzo da prendere?
Sicuramente l'esito della passata stagione ha lasciato un'enorme amarezza, sia per la mancanza di risultati, sia per il gioco deficitario espresso. A ciò si aggiungono la partenza di una colonna come Giorgio Chiellini e i malumori espressi da De Ligt, che prefigurerebbero la rifondazione completa dell'intero reparto centrale, l'incertezza sul rinnovo di Cuadrado, il centrocampo da ricostruire, così come il settore d'attacco nel quale l'unica certezza è rimasta Vlahovic, considerando i tempi di recupero di Chiesa, la partenza di Morata e la probabile e auspicata cessione di Kean.
L'unica voce insistente circolante è quella su Di Maria, talentuoso ed esperto attaccante esterno svincolatosi dal PSG e fortemente richiesto da Allegri. Anche in questo caso certezze poche, in quanto l'Argentino ha inscenato uno sfinente tira e molla su ingaggio e durata del contratto in attesa di una risposta del Barcellona, destinazione preferita da lui e dalla famiglia.
La mia opinione su questo acquisto è negativa; senza mettere in discussione le doti tecniche e l'esperienza che il giocatore metterebbe a disposizione dei compagni, occorre considerare che: stiamo parlando di un giocatore di 34 anni che vuole restare in Europa per garantirsi un ulteriore ottimo contratto, salvo poi ritornare al Rosario Central e partecipare da protagonista al prossimo Mondiale, calendarizzato a novembre. A questo proposito legittimo chiedersi quanto si spremerà e quanto ci metterà la gamba prima dell'evento in Qatar? In quali condizioni tornerà in squadra? Quanto impegno garantirà alla causa bianconera sapendo che dopo pochi mesi tornerà in Argentina? Non si tratterebbe di un investimento di prospettiva, ma strettamente contingente, finalizzato come altri nomi di cui si sussurra all'obbiettivo di tornare a vincere qualcosa da subito.
Considerando che non ha mai avuto una particolare predisposizione a valorizzare i giocatori di giovane età e che predilige l'usato sicuro, Allegri vuole garantirsi innesti che lo portino a sollevare un qualunque trofeo nella prossima stagione, anche in virtù della scadenza del primo biennio di contratto; cosa che probabilmente gli garantirebbe il rinnovo per altri due anni.
Difficile immaginare, per questo motivo, l'inserimento e la valorizzazione di qualche promessa come Fagioli, Miretti, Rovella, Akè e Ranocchia. Per alcuni di loro si prospettano prestiti, cessioni o scambi.

Il resto del mercato è, al momento in cui scrivo, immobile. Sospeso. Per un semplice motivo: economico. Diversi giocatori acquisiti nelle scorse stagioni, frutto di scelte tecniche e contrattuali sballate, dei quali la dirigenza desidera fortemente liberarsi, non riscaldano i cuori di molti pretendenti, anche considerandone gli stipendi elevati. Parliamo dei vari Alex Sandro, Rabiot, Ramsey, Arthur, Kean.
Senza monetizzare la partenza di questi calciatori, sia in termini di ritorno economico che di risparmio salariale, è difficile immaginare mosse immediate in entrata, in virtù di un bilancio societario in sofferenza a far data dall'operazione Ronaldo, forte da un punto di vista mediatico ma immane come investimento e con ritorni sportivi decisamente inferiori alle attese, nonostante il considerevole numero di reti messe a segno da CR7.
A questo si aggiunge il mancato, importante inserimento di un DS esperto, capace di rivitalizzare un quadro direttivo sovente in contraddizione con se stesso.

Per questi motivi si può parlare di Juventus prigioniera di se stessa, delle scelte fatte in passato e anche della mancanza di Visione generale di prospettiva da parte di una dirigenza anch'essa vincolata dalla necessità di tornare a vincere subito, piuttosto che costruire su solide basi il proprio futuro.