Nessuno mette in dubbio che la Juventus ieri sera abbia giocato non al massimo delle sue possibilità, sbagliando molti goal. Ma quello che passa in secondo piano è la super partita della squadra di Sérgio Conceição che, seppur in dieci, ha tenuto botta ed è riuscita a passare il turno.

Ma andiamo con ordine: la partita inizia in modo molto frenetico con una occasione nitida per parte, come il colpo di testa di Morata o la conclusione a botta sicura di Taremi, ma quello che sbalordisce è che la squadra portoghese non è venuta a Torino per fare catenaccio (inizialmente) ma per proporre il suo gioco. La prima svolta arriva al diciottesimo quando dopo una grande ingenuità di Demiral, Sergio Oliveira trasforma il rigore dell'uno a zero.
Archiviato il primo tempo, sembra che inizi un'altra partita all'Allianz stadium perchè al quarantanovesimo, dopo una delle pochissime giocate buone di Ronaldo, Chiesa apre il piattone e mette il pallone sotto il sette ristabilendo la parità. 3 minuti dopo il goal Taremi riceve, ingenuamente, il secondo cartellino giallo lasciando la sua squadra in 10. Questo aumenta a dismisura il morale della Juve che da ora in poi non farà più uscire la squadra portoghese dalla sua area di rigore, infatti al 63esimo arriverà il secondo goal della Juve siglato ancora dal giocatore ex Fiorentina.
Da qui, sembra strano dirlo, ma inizia l'ennesima nuova partita, con la Juve proiettata completamente nella metà campo avversaria ma con la difesa iberica che non cede e che continua a resistere alle offensive della squadra torinese. Da segnalare prima della fine dei tempi regolamentari un goal annullato a Morata per fuorigioco (tanto per cambiare) e una traversa di Cuadrado al 3 minuto di recupero.
Finiti i tempi regolamentari una Juve stanca è costretta a lasciare il campo al Porto, che se lo prende grazie al palleggio con i mediani che ha caratterizzato sia l'andata che il ritorno. La partita prende una piega che sembra decisiva al 117' con una rasoiata rasoterra di Sergio Oliveira che porta sul 2-2 la partita ma come una beffa, dopo averlo cercato per 60 minuti arriva il goal di Rabiot 1 minuto dopo la punizione; nonostante questo la Juve si getterà tutta in avanti cercando un goal che non arriverà e li condannerà all'ennesima eliminazione dalla Coppa delle grandi orecchie.

Parlando in ottica Juventina la situazione, se non si fosse ancora capito, è la più brutta degli ultimi 10 anni con praticamente tutti gli obbiettivi che sono o falliti o difficili da raggiungere. Capire la genesi di questo crollo è abbastanza complicato. C'è chi addossa la colpa alla società, incapace di dare una squadra competitiva (cosa impensabile a parer mio), c'è che invece incolpa Pirlo, che secondo me è quello che c'entra di meno data la sua pochissima esperienza e si poteva immaginare che non avrebbe vinto tutto da subito, infine c'è chi fa ricadere la colpa su Ronaldo, l'ipotesi più plausibile a parer mio, che essendo definito uno dei giocatori più forti della storia del calcio dovrebbe almeno non sbagliare gli stop in una partita così importante.
La tesi finale a parer mio, è che la colpa non va addossata a un elemento solo ma al gruppo, partendo dai piani alti del club torinese, arrivando anche al calciatore meno stipendiato, perchè la Juve ha tra le mani una delle rose più competitive di Europa e non può permettersi questi tonfi contro squadre si ottime ma modeste come il Porto.

Parlando invece della squadra portoghese, le cose che mi hanno fatto restare a bocca aperta sono tre: la quantità che sono riusciti a dare per 120 minuti, il coraggio di adoperare delle uscite palla al piede nonostante il pressing juventino e la difesa quasi insormontabile capitanata da Pepe, che a 38 anni detta ancora legge.
Queste tre cose a parer mio, oltre a tutte le defezioni della compagine italiana, sono state le colonne portanti che hanno permesso al Porto di passare il turno meritatamente.