Dopo la partita all'Olimpico contro la Roma, Ante Rebic sembrava rinato come una fenice, che secondo la leggenda risorge dalle sue ceneri.
Purtroppo la prestazione molto deludente messa in scena ieri sera contro l'Udinese evidenzia (per l'ennesima volta) l'immensa incostanza del giocatore croato. Per essere più precisi prendiamo in considerazione delle statistiche, in quella macchina quasi perfetta che era il Milan post lockdown l'attacante croato aveva siglato ben 11 goal in 23 partite con una media realizzativa inferiore soltanto a due mostri sacri come Robert Lewandowski e Erling Braut Haaland.

Mentre il Rebic che abbiamo ritrovato nel corso di questa stagione non sembra nemmeno la brutta copia di quello che vedevamo appena usciti dalla quarantena: stop sbagliati, incespicamenti sul pallone e scelte continuamente sbagliate sono stati i fattori determinanti di questa prima parte di stagione del giocatore balcanico, in questo momento con questo Rebic e con un Leao che gioca come se dovesse fare un favore a qualcuno, la fascia sinistra del Milan nonostante Theo continua a non funzionare.

La soluzione a questo problema a parer mio attualmente non c'è, a meno che il diavolo non si muova nel mercato estivo nel ruolo dell'esterno sinistro, azione che fino ad ora è apparsa molto remota. In assenza di movimenti sul mercato i tifosi milanisti dovranno solamente incrociare le dita e sperare che Ante Rebic giochi ed incanti come ha dimostrato di saper fare.

Parlando più in generale della partita di ieri nel complesso abbiamo visto un Milan che nonostante gli errori individuali è rimasto costantemente nella metà campo avversaria alla ricerca di uno spazio che, complici i pochi movimenti di Leao, non si è trovato quasi mai. E che a metà secondo tempo ha subito pure la beffa con il goal di Becao.
Tra i pochi promossi della squadra rossonera mi sento di nominare l'onnipresente Kessie e il sempre più decisivo Kjaer, che partita dopo partita sta consolidando il suo posto da titolare inamovibile, mentre personalmente boccio tutto l'attacco rossonero incapace per novanta minuti di far muovere la difesa friulana.
Mentre per gli uomini di Gotti come non nominare De Paul, che si dimostra sempre di più il faro di questa squadra con lanci e tocchi veramente di alta classe. Come non nominare infine la leggerezza di Stryger Larsen, che regala un punto agli uomini di Pioli che ormai erano dati per spacciati.