Guardando le partite del Milan e osservando le campagne acquisti che si susseguono con le stesse costanti, viene da riflettere sul vero scopo per il quale questa società (la s minuscola non è un caso) ha una squadra. È evidente che dopo 4 anni di figuracce rimediate su tutti i campi, nazionali e non, c'è da chiedersi: ma la squadra viene allestita per giocare e vincere, o per qualche altro motivo? Il dubbio che viene a me è che il vero motivo è l'immagine ed il marketing che ne deriverebbe. Tutto mi sembra riconducibile a questa filosofia. I parametri zero di nomi a volte altisonanti, ai quali poi si fanno contratti con ingaggi milionari; l'acquisto di Honda, che sembra uno scarso esteta del calcio; il caso Mr. Bee, n-ma presa in giro dei tifosi, montato ad arte con tante chiacchiere solo per ciò che in diritto si chiama "aggiotaggio"; l'aver scartato allenatori come Sarri solo perché non corrispondeva al cliché del brand "Milan". E, in ultimo, aver liquidato in maniera ancora incomprensibile un mostro come Seedorf solo perché, dall'alto della sua concretezza ed intelligenza, aveva detto cose che scalfivano l'immagine della società. In questa modesta analisi trova spazio anche Galliani, il quale si è calato completamente nel ruolo e che asseconda in modo impeccabile questa filosofia; e questo spiegherebbe perché non viene mandato in pensione, oltre che per altre ragioni di cui meglio non dire. Tutto questo mi sembra abbastanza coerente con la filosofia di vita della quale ormai Berlusconi si nutre: chiacchiere! Costui è forse consapevole che ad 80 anni suonati, gli è più comodo vivere alla giornata, senza progetti, e dunque poco gli importa se a furia di perdere partite e fare figuracce, l'immagine rischia di crollare; o è giá crollata!