L'obiettivo, negli scorsi mesi forse non ancora chiarissimo, ormai è alla luce del sole: la Juventus sta ringiovanendo la rosa e costruendo le basi per quella che sarà la squadra del futuro. La linea sembra essere quella di acquistare sempre più calciatori di qualità, ma che abbiano come comun denominatore il fatto di non superare i 25 anni di età, fatta eccezione per eventuali occasioni irrinunciabili. Già la sessione estiva di mercato ha dato una bella sferzata in questo senso, con la partenza di calciatori perlopiù a fine corsa e l'ingresso di energie fresche e di qualità; tutti under 25, alcuni dal grande avvenire e altri già affermati come Arthur.

Tra tutti i reparti, la Juventus ha voluto iniziare questa rivoluzione verde proprio dal reparto difensivo nel quale, già nella scorsa stagione, sono stati inseriti De Ligt, Demiral e Romero, poi ceduto all'Atalanta la scorsa estate. Il ritiro di Barzagli, i guai fisici di Chiellini e la discontinuità di rendimento di Bonucci hanno fatto spingere l'acceleratore sulla costruzione del reparto e la scelta è ricaduta su calciatori già affermati sul panorama internazionale come De Ligt, conoscenze della Serie A come Romero e un'autentica sorpresa come Demiral.

Proprio il turco è stato una scommessa vinta da Paratici e dallo scouting Juventus; sconosciuto ai più, arrivato in Italia in sinergia col Sassuolo, ma da sempre promesso sposo bianconero. Già la scorsa stagione era diventato un titolare o quasi e solamente la rottura del crociato ha bloccato questo processo. Con l'inizio della stagione corrente si è visto leggermente indietreggiare nelle gerarchie ma, quando chiamato in causa, ha sempre o quasi risposto presente con prestazioni maiuscole.
Forte fisicamente, carismatico, insuperabile nell'uno contro uno, il turco è calciatore vero, prospetticamente diventerà tra i migliori difensori centrali al mondo, non vi è alcun dubbio a riguardo. Fosse rappresentato da Raiola o affini avrebbe già raggiunto le valutazioni di De Ligt ed è proprio con l'olandese che, almeno mi auguro, la Juventus ha deciso di costruire quello che sarà il pacchetto difensivo titolare per gli anni a venire.

Futuro, certamente, ma anche presente. Perché se un calciatore dimostra di essere pronto non vi è motivo alcuno per relegarlo troppo spesso in panchina con la scusa del "deve crescere". Rugani, ad esempio, ha fatto anni di apprendistato in bianconero; tutti credevano fosse il futuro della difesa bianconera e così non è stato. Prestazioni altalenanti, troppo fioretto e poca sciabola. Un bravissimo ragazzo ma il suo livello si è dimostrato essere quello di una squadra di media classifica; non tutti i calciatori che nelle piccole spadroneggiano poi diventano dei campioni.
Lo stesso discorso non si può fare per Demiral, al quale è bastato mezzo campionato per far vedere di che pasta è fatto; e sono sicuro che, non fosse accorso l'infortunio di cui parlavo prima, oggi le gerarchie in difesa sarebbero diverse (è notorio che allora aveva scalzato pure De Ligt nelle scelte).
Farlo sentire centrale nel progetto dicevamo. Anche per evitare che il ragazzo si lasci persuadere dalle sirene ammalianti che, a intervalli regolari, arrivano nei suoi confronti. Appena approdato alla Juventus pensò a lui seriamente il Milan, che fece all in pur di accaparrarsi le sue prestazioni; la scorsa estate si fece sotto il Tottenham: per Mourinho era (e forse è tutt'ora) una primissima scelta, un titolare; nella sessione di mercato appena conclusasi ha fatto più di un sondaggio il Liverpool, che in seguito ha virato su Kabak. Finora la Juventus ha sempre eretto muri granitici attorno alla permanenza del ragazzo a Torino. Tutti, dalle parti della Continassa, sanno di avere in rosa un calciatore vero e, oggi più di ieri, sono convinti che aver puntato per primi su di lui sia stata una mossa azzeccata. Anche il ragazzo, al momento, crede di poter dire la sua alla Juventus diventandone una colonna portante.

Tutte queste convinzioni, tuttavia, potrebbero saltare in virtù di uno scarso utilizzo o di un non far sentire il ragazzo centrale nel progetto e quelli che oggi sono "no grazie" potrebbero in futuro tramutarsi in richieste di cessione, prospettiva da evitare senza se e senza ma. La Juventus ha già perso il controllo di Romero (immaginiamoci che terzetto avrebbe formato con De Ligt e Demiral), non può permettersi di perdere un altro tassello di futuro assicurato.