Arrivato nell'estate del 2015 dal Porto, Alex Sandro venne accolto da tifosi e media come il grande colpo della Juventus sulla fascia sinistra. A detta di tutti, il terzino verdeoro rappresentava quel "crack" destinato a raccogliere, progressivamente, l'eredità di Patrice Evra sulla fascia sinistra. Dopo un normale ambientamento, Alex Sandro ha iniziato a convincere tutti: le sue progressioni sull'esterno sinistro ricordano quelle dei più grandi interpreti del ruolo nella nazionale brasiliana, tanto che i paragoni si sprecano. Il "nuovo Roberto Carlos" gridano alcuni; il miglior terzino sinistro in circolazione, altri. La prima stagione si chiude positivamente, ma è la seconda quella della consacrazione. Ormai titolare indiscusso a discapito del partente Evra, il terzino di San Paolo è uno dei protagonisti di una stagione trionfale che vede la finale di Champions persa a Cardiff contro il Real Madrid come unico neo. Di pari passo diventa il terzino sinistro titolare nella nazionale brasiliana.

Il tandem verdeoro con Dani Alves sulla fascia destra è devastante e per Alex Sandro iniziano ad arrivare offerte; si vocifera che il City di Guardiola sia disposto a sborsare cifre importanti per accaparrarsi le sue prestazioni. Alla fine però nulla si conclude e, nell'inverno del 2018, firma un rinnovo di contratto che lo lega alla maglia bianconera "a vita" (scadenza giugno 2023) e lo porta a percepire un compenso di cinque milioni di euro annui.

La marcia trionfale in campionato della Juventus non si arresta, tuttavia le prestazioni di Alex Sandro iniziano progressivamente a calare. Qualche buon numero ma in generale rendimento appena sufficiente. Le voci di mercato, ormai chetate dal ricco e lungo rinnovo, si ritirano definitivamente e quello che fino a poco tempo fa era considerato un "top player" nel ruolo, diventa un calciatore come tanti. Spesso pigro e svogliato in campo, inizia a collezionare un numero incredibile di sviste ed errori ma soprattutto incanala filotti di prestazioni assolutamente anonime, senza nessun genere di slancio.  
Alex Sandro è rimasto titolare nella Juventus più per mancanza di reali alternative nel suo ruolo che per altro. Neppure l'approdo in bianconero dell'ottimo Danilo, suo amico e compagno dai tempi del Santos, è riuscito a ravvivarlo e oggi la Juventus si trova a dover avere a che fare con un calciatore che è il lontano ricordo di quello delle prime due stagioni e l'errore di ieri sera non è che la punta dell'iceberg di un calciatore che ha perso la bussola. Le parole di Allegri nel post partita, in cui ha parlato di un calciatore che sta tornando sui suoi livelli, suonano molto come il medico che cerca di convincere il malato terminale che ce la farà.
E pensare che, per Alex Sandro, la Juventus ha pure sacrificato l'ottimo Spinazzola; tutti noi tifosi bianconeri ricorderemo sempre la partita che il terzino umbro fece contro l'Atletico Madrid in Champions; solo un antipasto delle sue qualità, esplose durante l'ultimo europeo e soffocate da un brutto infortunio.
Oggi ancora di più la sua partenza suona come un enorme, incolmabile rimpianto.