Le immagini le abbiamo viste tutti. Decine, centinaia di volte. Hanno scatenato le polemiche, come era ovvio che fosse, essendo questo un episodio determinante di una gara in cui era impegnata la squadra campione d'Italia in carica. Cercheremo ora di analizzare questo episodio, partendo da una serie di concetti alla base del gioco del calcio, che però vengono spesso ignorati dai più.

  • Il calcio è uno sport di contatto. Per questo motivo, frasi del tipo "E' fallo perché il contatto c'è" e la brutta abitudine di giustificare un possibile fallo solo su un fermo immagine non sono corrette: nel primo caso, dobbiamo ricordarci sempre che non tutti i contatti sono falli; nel secondo caso, dobbiamo tenere conto del fatto che per capire se l'azione di un calciatore è fallosa dobbiamo osservare tutta la dinamica dell'azione, e non basta un fermo immagine.
  • Nel calcio esistono anche gli episodi dubbi. Con tutto il rispetto per chi pensa che il contatto Handanovic-Defrel sia un cartellino rosso senza alcun dubbio per Handanovic, oppure un giallo per simulazione per Defrel, temo che queste persone non abbiano molto ben chiaro questo concetto: nel calcio quasi nulla è bianco o nero, ci sono infinite sfumature di grigio, soprattutto per quanto riguarda i contatti. Lo stesso regolamento, riguardo ai contatti, dice che vanno sanzionati i contatti effettuati con negligenza, imprudenza o vigoria sproporzionata, oltre al caso della condotta violenta che è tutta un'altra faccenda. E da qui capiamo subito la radice del problema: è lo stesso regolamento a far capire che gli episodi dubbi esistono, ed esisteranno sempre, a meno di voler applicare dei dinamometri sottocutanei ai calciatori per misurare l'intensità dei contatti e avere dei riscontri oggettivi. Il problema è che la stramaggior parte dei tifosi (e purtroppo anche un bel numero di commentatori) vedono gli episodi che accadono in campo in maniera molto "manichea": bianco o nero, bene o male. E abbiamo capito che vederla in questo modo porta a problemi non indifferenti, perché questo modo di interpretare gli episodi si scontra direttamente con il regolamento, che invece vede queste situazioni molto diversamente.
  • In presenza di episodi dubbi, in linea generale il VAR non può intervenire. Per quanto in molti si strappino i capelli di fronte a ciò, il protocollo VAR attuale prevede che il VAR intervenga solo in caso di serious missed incidents (quindi episodi completamente persi dalla squadra arbitrale) oppure di chiari ed evidenti errori. Ed essendo il caso Handanovic-Defrel un episodio veramente, veramente al limite (io personalmente sono leggermente più a favore di fallo ed espulsione, ma con una percentuale 51-49), è ovvio che non possa essere un chiaro ed evidente errore. Per intenderci, un chiaro ed evidente errore dovrebbe avere percentuali bulgare come 95-5 (se non 99-1 o 100-0), se vogliamo vederla in termini numerici. E la difficoltà per il povero Pairetto in questo caso è proprio questa: ha dovuto decidere in un secondo (o anche meno) un episodio che con qualsiasi decisione finale avrebbe scatenato infinite polemiche, da una parte o dall'altra. Prima di criticare gli arbitri a spada tratta, pensiamoci: è vero che sono pagati per questo, ma questo non giustifica la caccia alle streghe costantemente effettuata ai loro danni, soprattutto per episodi veramente dubbi come quello di sabato sera. In molte circostanze si può scegliere di astenersi, nel caso in cui si sia incerti: gli arbitri non hanno mai questa possibilità. Anche nei casi più controversi, una decisione va sempre presa.