Sabato 28 aprile 2018, San Siro. Si gioca un match fondamentale per la lotta scudetto, quello tra Inter e Juventus. La Juventus, dopo la sconfitta casalinga col Napoli, sente il fiato dei partenopei sul collo, e un passo falso della capolista torinese potrebbe sancire (in caso di vittoria del Napoli a Firenze il giorno dopo) il sorpasso degli azzurri sui bianconeri.
La partita è molto tesa, e al 18esimo minuto Vecino viene espulso dall'arbitro Daniele Orsato, dopo aver rivisto l'episodio al monitor su indicazione del VAR Paolo Valeri, per una brutta entrata su Mandzukic, dopo che sul campo il fischietto veneto aveva solo ammonito il calciatore interista. Ma il vero putiferio succede al 56esimo, quando lo juventino Pjanic, già ammonito al 20esimo, viene graziato da Orsato dopo un fallo piuttosto irruente ai danni di Rafinha. Ed è qui che si innesca la polemica di queste ore.

L'ex Procuratore Federale Giuseppe Pecoraro è tornato su quella famigerata partita, parlando di come, insospettito dai fatti di Milano, avesse richiesto all'Associazione Italiana Arbitri e alla Lega Serie A le registrazioni delle conversazioni tra l'arbitro e i suoi collaboratori. Le registrazioni, dopo diverse pressioni, gli arrivarono, ma Pecoraro si accorse che mancava proprio il colloquio tra arbitro e VAR relativo all'episodio incriminato. Queste dichiarazioni hanno sollevato, come prevedibile, un polverone. I tifosi napoletani, in particolare, sono insorti alla notizia di questa falla nelle registrazioni, riaprendo una ferita mai completamente chiusa da allora. Ma basta andare a leggere con attenzione il protocollo VAR per capire che in realtà non c'è nulla di strano.

Il protocollo, infatti, dice chiaramente che il VAR (inteso come arbitro addetto alla VAR) può intervenire solo in determinate fattispecie (ad esempio la segnatura di una rete oppure, come successo un'oretta prima, l'espulsione diretta di un calciatore): tra queste non rientra, però, la seconda ammonizione di un calciatore già ammonito.
E questo ci aiuta a spiegare i fatti di quel sabato sera: la registrazione non c'è semplicemente perché l'arbitro e il VAR non avevano niente da dirsi in quella circostanza, e anzi, un eventuale intervento del VAR avrebbe rappresentato un'ingerenza inaccettabile, con gravi ripercussioni sulla valutazione di Valeri da parte dei suoi superiori. Quindi, in sintesi, la registrazione di quella conversazione manca perché la conversazione in questione non è mai avvenuta.

La fine della storia la conosciamo bene: la Juventus, anche grazie agli episodi di cui sopra, espugna il Meazza battendo l'Inter 2-3, e il giorno seguente il Napoli perde 3-0 in casa della Fiorentina, rimanendo a -4 dai bianconeri a 3 giornate dalla fine.
Questo distacco resterà inalterato fino all'ultima giornata e consentirà alla Juventus di portare a casa il settimo scudetto consecutivo.

Rimarranno famose al riguardo le parole dell'allora tecnico del Napoli Maurizio Sarri, che disse che lo scudetto era stato perso in albergo, per via della rabbia e dello sconforto generati dagli episodi di Milano. Quanto all'arbitro Daniele Orsato, da allora non ha più diretto partite dell'Inter: ciò non è affatto soprendente, poiché è prassi consolidata evitare di far tornare arbitri protagonisti di episodi molto controversi "sul luogo del delitto" per un po' di tempo.