Rolando Maran chiude senza troppa fatica la sua prima stagione alla guida del Cagliari, alias Chievo 2. Salvezza arrivata alla penultima giornata, anche se lo strabiliante Bologna con la vittoria sul Napoli vanifica le possibilità di aggiudicarsi il decimo posto e i succulenti 6 milioni e mezzo in palio.

A due anni dall'arrivo di Pavoletti nell'isola, per la cifra record di dieci milioni, mai spesi prima dalla società isolana, anche i più scettici hanno ben capito che quelli sono stati soldi spesi bene. Due salvezze arrivate soprattutto grazie alle sue incornate con ben 26 centri realizzati, numeri importanti arrivati dopo l'esperienza poco edificante di Napoli. 

Una stagione che forse avrebbe potuto regalare qualche emozione e qualche punto in più, se Lucas Castro quel maledetto 25 novembre, non fosse incappato nel brutto infortunio al crociato che gli ha fatto chiudere il campionato con troppo anticipo. L'argentino si trova bene a Cagliari e potrebbe essere importante nel progetto futuro, resta da capire cosa accadrà realmente e se il suo contratto triennale sarà rispettato.

Una salvezza che è arrivata anche grazie alle mani di Alessio Cragno, il ventiquattrenne di Fiesole con i suoi interventi è stato determinante, guadagnandosi la chiamata in Nazionale e finendo nel mirino dei grandi club, in primis Roma e Monaco, con una valutazione che si aggira attorno ai 30 milioni, cifra altissima nella storia del Cagliari, ma ben lontana dai 60 milioni che Giulini chiede per il suo golden boy Barella, reduce da un'altra stagione in crescita costante, e addirittura titolare inamovibile dell'Italia di Mancini. I tifosi sognano di vederlo ancora per una stagione. Possibile, ma improbabile. A favore di questa ipotesi ci potrebbe essere il suo grande attaccamento alla maglia e alla sua città, ma anche per lui la Roma preme, mentre Juventus Milan Inter e Napoli stanno alla finestra. I giallorossi in pole quindi, per portare nella capitale sia lui che Cragno, un affare da ben 90 milioni nel quale potrebbero inserire la contropartita Defrel, o quella di Pellegrini, che ha fortemente impressionato in diverse occasioni, ma del quale difficilmente i capitolini si disferanno viste le grandi prospettive del ragazzo. Il presidente rossoblù comunque, pare giustamente intenzionato a non  fare sconti. Per Barella, da non escludere anche la pista inglese della Premier League che è sempre sembrata essere sulle sue corde. 

La squalifica per doping di Joao Pedro, ha scosso l'ambiente, ma ha regalato al giocatore una rabbia che ha dimostrato fin dal suo rientro, 7 gol per lui ma anche il solito rendimento altalenante. 

Il 2019 ha fatto registrare anche l'addio di uno dei beniamini dei tifosi rossoblù, Marco Sau, che dopo 7 stagioni e 45 gol, si è trasferito alla Sampdoria con numeri di certo non esaltanti, appena 5 presenze e zero gol. L'altro addio, dopo 5 anni è stato quello di Diego Farias che all'Empoli ha trovato nuovi e inaspettati stimoli con gol e assist fondamentali in una disperata ed esaltante corsa alla ricerca della salvezza.

Sul fronte acquisti e prestiti, a dire il vero, più ombre che luci. Dario Srna, attesissimo uomo di esperienza, compie una partenza sprint, per poi entrare in difficoltà troppo spesso davanti ad avversari molto più giovani di lui, difficile immaginarlo nei progetti futuri del Cagliari e con il contratto in scadenza. Cacciatore fa il suo, senza infamia e senza eccessiva lode, mentre per Birsa forse sarebbe servito qualche minuto in più per poter sfruttare al meglio le sue doti. Oliva e Leverbe oggetti non identificati, non hanno mai giocato neanche un minuto. Despodov è apparso in appena 4 gare, neanche il tempo di poterne fare una giusta valutazione. Di Thereau probabilmente a Cagliari non si ricorderanno neanche del suo passaggio. Positivo il ritorno in squadra di Deiola, il maestoso centrocampista di San Gavino Monreale, che si spera possa esplodere definitivamente nel futuro prossimo. Ma il vero nodo sembra essere quello dell'inspiegabile acquisto di Alberto Cerri, un milione pagato subito e altri nove da spalmare nelle prossime tre stagioni a causa dell'obbligo di acquisto per la salvezza raggiunta. A Cagliari le punte centrali possenti che fanno sponde per i centrocampisti non sono mai piaciuti, molto meglio quelle che fanno gol pesanti per raggiungere al più presto la salvezza. Sopravvalutato. Il ragazzo si farà? Speriamo.

Tra i dubbi da risolvere c'è da capire se Klavan, una volta uscito definitivamente dagli infortuni, possa imporsi come perno della difesa e se Bradaric possa essere l'uomo giusto per guidare il centrocampo del futuro, visto che quest'anno Cigarini si è spesso ripreso il suo posto. Solite garanzie invece da parte di Padoin e Pisacane sempre più legati alla maglia e sempre pronti quando chiamati in causa, grande cuore. Faragò chiude anche questa stagione in positivo, così come Artur Ionita sempre pronto a far legna in mezzo al campo e con all'attivo anche tre gol. In difesa quasi sempre bene Ceppitelli, divenuto arma in più in attacco sui corner, mentre Filippo Romagna utilizzato a fasi alterne da Maran, ha ancora due stagioni a disposizione per mostrare tutto il suo talento, anche se, con molta probabilità, nel 2022 farà ritorno a Torino.

Insomma, alla fine una stagione positiva quella del Cagliari, seppur sempre laconicamente legata alla solita corsa salvezza e ai tanto agognati 40 punti, un obiettivo che però rischia di essere davvero poco a partire già da ottobre dell'anno prossimo, data prevista della posa della prima pietra del nuovo e importante stadio di proprietà. Con un impianto simile e nel caso di una chiusura degli affari di Barella e Cragno, Giulini dovrà necessariamente puntare a un salto di qualità che consenta alla squadra quantomeno di correre per l'Europa League, lo merita la città e l'intero popolo sardo rossoblù.

Max Loche