Un'altra stagione volge al termine, un altro campionato di serie A sta per chiudere i battenti, ma la massima serie italiana sembra essere sempre più lontana dalla classica definizione di ''campionato più bello del mondo''.
Niente di nuovo sul fronte occidentale, insomma, con la solita Juve a vincere con grande distacco su un solito Napoli, mai all'altezza della situazione. Con le milanesi ancora troppo lontane dall'ambire a sogni di gloria a causa di ambienti e proprietà che bene non fanno alla causa. 
Sul fronte laziale invece la Roma fa i conti con gravi problemi di rispetto nei confronti di allenatori e bandiere della squadra. Ranieri, che avrebbe anche potuto non accettare l'incarico in realtà, si offre come traghettatore senza infamia e senza lode, alla caccia disperata di un posto in Europa, per niente facile, per poi cedere la panca a chissà chi, con una dirigenza che rischia di rovinare definitivamente un ambiente caldo come quello romano con la brutta gestione del caso De Rossi.
In realtà una bella sorpresa il nostro campionato l'ha avuta quest'anno, è la Dea, l'Atalanta di Gasperini, capace di regalare gare importanti e di grandissimo spessore, che l'hanno proiettata fino a un' incredibile terza posizione in classifica alle spalle dei partenopei e pronti a guadagnarsi uno storico posto tra le big della Champions. 
In coda invece, dove i giochi sembravano fatti da tempo, nuovi scenari dell'ultim'ora rischiano di mettere nei guai incredibilmente la Fiorentina, ferma al palo a 40 punti da diversi turni e che dopo 16 anni di permanenza nella massima serie rischia di vedere da vicino la serie B. Sulla carta a rischiare di più sono sicuramente Genoa ed Empoli, ma i toscani sono stati capaci di uno sprint che nell'ultima giornata potrebbe significare anche salvezza insperata e complicazioni di coppa per l'Inter, chiamata ulteriormente a chiudere in bellezza davanti ai propri tifosi, dopo il tonfo fragoroso di Napoli.

Il male principale dell'ex campionato più bello del mondo comunque, sembra essere ancora una volta il gap troppo evidente con il resto delle squadre europee. Alla Juve purtroppo non è bastato il colpo Ronaldo, malgrado il trentaquattrenne metta in scena un'altra stagione da record, con numeri di quando era ancora un giovanotto, e che domenica, paradossalmente in Sampdoria Juventus, si giocherà il titolo di capocannoniere della serie A, con con un altro ''giovanotto'' come lui, l'inossidabile Quagliarella che di candeline ne ha già spente 36. La delusione, palpabile, in casa bianconera diviene frustrazione, ma la sensazione è quella di un ambiente che dopo tanti anni di gestione aziendale impeccabile, stia andando scemando e rovinandosi. Il dopo Allegri rischia di non essere così semplice e potrebbe aprire nuovi scenari interessanti per la prossima stagione. 

Il capionato 2019/2020 ci regalerà anche un clamoroso ritorno, l'istrionico Massimo Cellino, l'ex patrono rossoblù, capace in un solo anno di portare il Brescia in Serie A, e con in mano alcuni giocatori che fanno già gola a diverse grandi squadre, primo fra tutti, Tonali, definito il nuovo Pirlo. Vedere il presidente seduto al Sardegna Arena a lanciare lacrime scaramantiche contro la sua ex squadra sarà sicuramente suggestivo.

Buon finale di campionato a tutti.