Nel calcio di un tempo i numeri di maglia avevano un significato specifico . Ci sono giocatori che hanno indossato per tutta la carriera gli stessi colori e una volta appese le scarpe al chiodo hanno raccontato volentieri cosa significasse calcare i campi svolgendo quel ruolo che l'allenatore avesse ricamato per loro . Quando si giocava a uomo uno dei massimi esponenti del gioco all'italiana era indubbiamente Nereo Rocco . Oltre che a Gianni Rivera , il Paron aveva tra i suoi favoriti Angelo Anquiletti e giocava nel ruolo di difensore tra le fila del Milan . Rocco ne apprezzava la disciplina e soprattuto era incantato dal senso del l'anticipo che utilizzava il suo numero 2. Anquiletti durante tutta la sua carriera non ha mai subito una espulsione , studiava con dovizia il suo avversario e non lo mollava dall'inizio alla fine dei 90 minuti. Con il Milan aveva vinto praticamente tutto e al termine della sua carriera abbandonò il mondo del pallone , non voleva fare l'allenatore , si dedicò ad altre attività . Di lui si ricorda un episodio nel dopo gara a Verona in quel maggio 1973 , era stato apostrofato in maniera non garbata da parte di un giornalista , Anquiletti rincorse quell'uomo ma scivolò prima di raggiungerlo . Ci ha lasciato il 9 gennaio per un male incurabile , da certe marcature troppo strette della vita non riesci a divincolarti e neppure le puoi anticipare . Nel calcio moderno non avrebbe sfigurato uno come Angelo Anquiletti , ma è appartenuto a una generazione che conosceva fino in fondo il significato della parola correttezza .