NOTA della redazione: per tutto il mese di febbraio, sono stati sospesi i voti agli articoli, ecco perché tutti i blogger ricevono una bassa valutazione con il voto 1; vogliamo dunque chiarire che non è un giudizio negativo al pezzo. Grazie per continuare a scrivere su VxL.



SZCZESNY 7,5 - Tiene in partita la squadra per 2 volte nella ripresa, negando il raddoppio ad Arnautovic e soprattutto a Barella. Esce alto in rinvio e assiste impotente ad una pletora di buone intenzioni, tramutate troppo spesso in ripartenze dei padroni di casa.

GATTI 6 - Sfortunato sulla deviazione che produce il vantaggio interno. Reagisce immediatamente piazzando un tiro da fuori area che esce di poco. Tiene Thuram con efficacia e pulizia, anche rischiando qualche contatto che, trattandosi dell’Inter, potrebbe avere conseguenze sapute e risapute. (ALEX SANDRO N.G.)

BREMER 7 - Annulla Lautaro dalla partita come il cancellino sulla lavagna. Forse fosse stato un briciolo più indietro sul non tocco di Pavard, ora staremmo a parlare di un risultato ad occhiali. Prova maiuscola che non serve ai fini della classifica, peccato.

DANILO 6,5 - Rimedia un cartellino giallo che è una cartolina dalla Federazione. Forse, anzi senza forse, oggi è il giocatore bianconero più tecnicamente dotato e lo testimoniano i passaggi precisi, le chiusure da far studiare nelle giovanili, il peso specifico che ha sui compagni. Mica per niente è capitano.

CAMBIASO 5 - Andare a San Siro con la maglia della Juve addosso non è proprio come sorseggiare una Batida sulla spiaggia di Bahia. Le amnesie sparse lungo tutta la gara, la timidezza nei contrasti, l’imprecisione nei fraseggi ne danno il triste annuncio. I giovani sono la linfa, ma anche il limite e lo è da che mondo è mondo. Dalla sua parte Di Marco fa quello che vuole. (MIRETTI N.G. Francamente, sostituzione incomprensibile).

McKENNIE 6,5 - Lo azzoppano “pronti via” (le squadre attrezzate contano anche su una buona dose di carognaggine) ma non demorde e confeziona il contropiede che potrebbe indirizzare l’incontro verso tutt’altra direzione, ma Vlahovic non sa stoppare e... “ciccia al nonno”. Esce stravolto ma a testa alta (ALCARAZ N.G. Esordisce nella Juve e tocca un paio di palloni. Per l’uitilità del cambio, vedere Miretti)

LOCATELLI 5,5 - Di tutta la gara sua si salvano due cose: un intervento disperato in area e una palla in verticale abortita da Cambiaso. Tutto il resto è perlustrazione di un compagno libero, ma con la calma di chi non sa che pesci pigliare. E non è una bella cosa…

RABIOT 6 - E’ l’Adrien versione “rodaggio”. Tanta volontà, tanto impegno, ma poca efficacia nella corsa e zero inserimenti in area. D’altronde è già qualcosa che ci sia. Se non altro i giocatori di casa non hanno vita semplice nelle sortite. Ma non fa classifica.

KOSTIC 6 - In crescita rispetto alle ultime partite, è l’unico juventino che prova a dare profondità alle azioni in avanti. Nella frazione di 1° tempo in cui la Juve gioca ad armi pari, si infila dentro per dare peso in area. Quando lo vede a bordo campo per la sostituzione, Darmian non crede ai propri occhi. E nemmeno Kostic (WEAH 5,5 Vorrei ma non posso. Ci riprovo ma torno indietro. Riparto ma chissà come va. Lo cercano con continuità e lui con altrettanta costanza finta di partire e ci ripensa. Sembra una grida manzoniana).

VLAHOVIC 5 - Ha la palla del vantaggio sul sinistro, su assist che meriterebbe molto di più di McKennie, ma lo stop per lui è un antro misterioso da perlustrare senza torcia, rischiando di sbattere il cranio contro uno spigolo di pietra. Alcuni goal di testa e di possesso hanno fatto dimenticare la triste realtà: Dusan è tecnicamente acerbo, a poca distanza dallo “scarso”. Errore grave, gravissimo, che può pesare in modo decisivo sull’intera stagione. Perché quando sei il centravanti della Juventus, certe occasioni le devi cogliere, se no sei bravo, bravino, ma mai campione. Prova con una rovesciata a fare il solletico a Sommer, ma ci vuole altro…

YILDIZ 5 - Il brutto anatroccolo che zompa tra la riva dello stagno e l’acqua con l’ansia da prestazione che lo annebbia e ne limita le giocate. Della serie: come può uno scoglio, arginare il mare di battistiana memoria. Contro un avversario che pressa e stritola da subito come un boa constriptor, serve forse un tipo veloce che porti la palla lontano dalla metà campo amica o che per lo meno costringa l’Inter a interrompere la pressione. Così, ci siamo giocati lui e pure il sostituto. (CHIESA 6 Il sistematico raddoppio dimostra che il ragazzo è temuto e con lui arrivano finalmente palloni dal fondo in area. Nulla di trascendentale, ma per lo meno di molto logico tatticamente.)

ALLEGRI 5 - E’ la seconda partita di fila che azzarda la mossa sorpresa e che la sbaglia. Con l’Empoli la mossa Milik, con l’Inter Yildiz da subito. E’ la seconda volta, per la miseria di punti 1. Dalla testa della classifica, sia pure provvisoria, non ne ha più azzeccata una che una. Male, mister, molto male. Mercoledì scorso in televisione dicevo di Chiesa subito e poi Yildiz, quando la difesa prescritta poteva calare. Non mi fa piacere, ma avevo ragione e solo per una serie decennale di esperienze mutuate da situazioni analoghe. Ma non sono l’allenatore e non tocca a me togliere le castagne dal fuoco. Empoli e Inter ridimensionano le speranze, alquanto velleitarie di lottare fino in fondo per lo scudetto. A meno ché per l’ennesima volta in casa nerazzurra si escogiti una follia di massa. Siamo a 17 punti dalla quinta e da qui alla fine della stagione non resta altro che giocare partita dopo partita, tenendo desta l’attenzione su eventuali crolli inopinati.
Gara dopo gara e digerendo in fretta la delusione e il ridimensionamento. Quelli là si avviano a mettersi una stella di latta, come gli sceriffi del West, raggiunta conteggiando vittorie d’altri e campionato giocati da soli contro nessuno.
E ne vanno orgogliosi…