Ci sono giocatori che accarezzano il pallone, che danzano sull'erba e disegnano sul terreno di gioco geometrie degne di una tela di Piet Mondrian. Poi ci sono tutti gli altri. Tra loro una categoria a sé stante è certamente rappresentata dai mediani. Calciatori che non accarezzano l'erba ma la mangiano, la divorano animalescamente perchè quello è il pane delle loro domeniche di sudore in mezzo al campo. Interpreti unici di un ruolo che ha consegnato alla storia del calcio figure mitiche, da Benetti a Gattuso, da Oriali a Roy Keane. Personaggi che difficilmente verranno ricordati per un goal od una giocata da cineteca ma che hanno scolpito con le loro gesta la memoria ed i cuori degli amanti del calcio. Non serviva di certo una canzone per ricordare ai calciofili l'importanza di chi lavora all'ombra dei grandi talenti ma riveste un ruolo altrettanto fondamentale nell'economia del gioco e della squadra. Mediano si nasce, non si diventa. Sono necessarie determinate caratteristiche congenite che solo alcuni individui possiedono. Dal campo di provincia ai templi del calcio si scorgono subito gli interpreti di questo infausto ma glorioso compito. Combattente per antonomasia, gregario infaticabile con il carattere ed il fisico forgiati dalle battaglie agonistiche, il mediano è un duro i cui trofei sono i calzoncini sporchi di fango ed i calzettoni sdruciti. Ci fà sobbalzare per un tackle rude ma efficace e spettacolare, aizza la folla e fà ribollire il sangue nelle vene durante le fredde domeniche calcistiche invernali. Essenza del suo compito è la fatica. Si pone come diga a protezione della difesa e sradica un'infinità di palloni. Si dedica al lavoro sporco per poi dover cedere la gloria ai finalizzatori del gioco, rimanendo pur sempre in disparte ma con la consapevolezza di essere indispensabile. Il campione dal talento cristallino può riscrivere l'esito di una partita con una giocata; dal canto proprio il mediano determina l'andamento dell'intera gara grazie al suo lavoro costante e metodico. L'ormai pluricentenaria storia dello sport più bello del mondo ha confermato l'importanza di tale ruolo, per troppo tempo poco considerato e bistrattato ma che sta acquisendo sempre maggiore importanza grazie anche ai nuovi sistemi di gioco adottati dalle migliori compagini del panorama calcistico mondiale. Basti pensare allo schieramento tattico della Germania laureatasi campione del Mondo in Brasile, il quale prevede la coesistenza di addirittura due mediani posizionati di fronte alla difesa per garantire adeguata copertura e capovolgere rapidamente il gioco in seguito alla conquista della palla, innescando la rapidità dei propri giocatori maggiormente offensivi. Viene posto così ulteriormente in evidenza il ruolo di collante tra i reparti svolto dal mediano, il quale nell'accezione moderna ha riacquisito l'importanza che merita anche grazie ad una evoluzione tattica dei protagonisti. Ebbene, pur rimanendo uno sporco lavoro, qualcuno lo dovrà pur fare. Lorenzo Reniero