Anche quest’anno il Torino non riesce a ingranare la marcia, oggi è arrivata la seconda sconfitta di fila, contro tra l’altro nessuna delle pretendenti alla tanto voluta Europa League, che dovrebbero essere quelle che fanno più paura, niente da togliere ovviamente al Lecce e alla Sampdoria, che il loro gioco l’hanno fatto senza pecca, soprattutto la prima.
Con questa sconfitta tra l’altro, salta definitivamente il rinnovo del contratto che Cairo aveva “promesso” all’allenatore Walter Mazzarri, prima in effetti si deve vincere, non si può firmare un contratto che non si può incassare.
Quest’anno l’inizio del campionato è stato a dir poco strano, come al suo solito del resto. Nella prima giornata ha vinto contro un Sassuolo fremente di iniziare una stagione, che ha dato spazio ai giovani Traorè e Boga, giovani promesse per il futuro, che per fortuna del Torino non sono bastati. Nella seconda giornata, una emozionata, forse, Atalanta che si apprestava a giocare due partite prima del debutto in Champions League, che come al solito marciava su giocatori di rilievo come Zapata e Ilicic, due ovviamente non messi a caso, adesso infatti ci si chiede in fondo, come ha potuto vincere il toro contro una squadra addirittura da Champions?
Nella terza giornata invece, come già accennato all’inizio, i giocatori di Mazzarri hanno fatto una partita assai brutta come quella di oggi contro una neo promossa,il Lecce, che ha l’aria dal sapore di chi vuol dire la sua. Grandi purtroppo per il Torino le prestazioni di Lapadula e il Filippo Falco. Oggi  invece il gioco di Di Francesco e compagnia hanno fatto davvero male al Toro. 

Chissà se anche sta volta si rialzerà per poi dire la sua, dopo tutto è solo la quarta giornata di campionato, tutto è da decidere ancora, e Mazzarri ovviamente farà di tutto per mangiare il panettone a Dicembre, anche se le ultime gare auspicano ad altri segnali.
Sicuramente Verdi spera di poterlo utilizzare nella sua forma migliore e con il ritorno di Falque magari la tattica passera da un 3-4-1-2 a un 4-3-3 cosi da utilizzare l’ex Genoa a destra e Verdi sulla sinistra, di certo se ne vedrebbero delle belle.
Un altro giocatore che spera di valutare è il mai indiscusso, intramontabile, Simone Zaza, che con la sua stazza almeno tre volte a partita rischia di farsi espellere, se non peggio, di farsi squalificare.
La formazione a quattro difensori potrebbe anche vedere Izzo sulla destra e un riequilibrio di forza, con N’Kolou che fa le bizze per rientrare in gioco, dopo essersi fatto mettere quasi fuori rosa, magari il ritorno lo farà giocare meglio e si scuserà con il su rendimento.
Nel centrocampo invece c’è sempre un irrefrenabile punto di domanda, un giocatore che non si sa mai se farà una partita bella o fasulla, anche, secondo alcuni, per colpa degli spostamenti in mezzo al campo a cui deve abituarsi.
Daniele Baselli è solo la punta dell’Iceberg delle domande del Torino. Belotti d'altro canto, di certo è una garanzia, ma resta un po troppo a centrocampo, magari lasciandolo in centro all'attacco giocherebbe anche meglio, avrebbe sicuramente la testa più libera di fare quello che vuole, e non sarebbe affannato di andar a prendere un ago in un pagliaio.
Come una volta, sarebbe meglio se il gioco dei centrocampisti lo facessimo fare a loro, oppure, ne comprino uno all’altezza che possa aiutare centrocampo, linea mediana e trequarti avversaria. Insomma tante perplessità per una squadra che per un altro anno si vede “in corsa” (ancora purtroppo tropo presto per dirlo) all’Europa ma con, scusate l’insistenza, tante domande a cui far capo.

La prossima giornata sarà contro un'altra squadra che tra l'altro "vanta" gli stessi punti e da cui ci si aspettava di più, il Milan di Giampaolo, un po' discusso sia da giornalisti che tifosi, che si aspettavano almeno un giovane allenatore promessa oppure un top coach. LA partita si giocherà allo Stadio Olimpico Grande Torino, giovedì sera alle 20:45, ultimo posticipo della quinta giornata di serie A. Tutte e due le squadre sperano nella vittoria, nessuno tirerà la gamba indietro (Zaza per primo).
Una sfida dunque d'altri tempi, dove non si giocherà pensando al match della settimana dopo ma soltanto al campo.
Solo il futuro, ci dirà poi chi sarà il vinto, chi sarà il vincitore, o se la posa in palio andrà in banca, o semplicemente, al VAR.