Per il secondo anno nella storia del calcio italiano, siamo arrivati ad uno spareggio per la partecipazione al Campionato Mondiale di calcio. 
Un momento delicato, a dir poco, reso ancor più thrilling dalle poco fantasiose dichiarazioni di dirigenti federali e addetti ai lavori, che di volta in volta identificano in tragedia o dramma, l'eventuale e neanche immaginabile esclusione degli azzurri dal mondiale, ricordando come nelle diciannove edizioni fin qui disputate, soltanto nel 1958 la Nazionale non riuscì a qualificarsi per la fase finale del torneo, mentre nel 1930 in Uruguay i vertici politici decisero di non prendere parte alla competizione.

In effetti oltre ad un ipotetico nocumento economico, con paventate ricadute economiche per il Paese con frenata del PIL (e ti pareva !), il vero danno da dover parare è quello di immagine, per un movimento calcistico italiano non più fiorente da circa dieci anni; annosamente alle prese con vistose lacune a livello di cambi generazionali e scarso piano di sviluppo delle Primavere, con le poche vittorie a livello internazionale delle squadre nostrane sempre più modellate con giocatori stranieri, con innegabili cali di presenza dei tifosi, peraltro soggiogati dagli spezzatini temporali delle partite, in stadi per niente accoglienti.
E la situazione non migliora a livello tecnico dove un aletico mister Ventura, nella sua confusa gestione non è mai riuscito a dare un'identità precisa e determinata di gioco agli azzurri, contribuendo con continue variazioni di moduli tattici e con circensi convocazioni dei giocatori a togliere certezze ad un gruppo che mai coeso e granitico soffre anche la parabola discendente di alcuni importanti protagonisti.

Ma tant'è, e lo spareggio va giocato e soprattutto vinto, magari tirando fuori quel piglio e quella sfrontatezza di chi sa di essere il più forte. Quindi si vada al Mondiale con merito e magari con futuribili e valide idee di rinnovo e con la non sottovalutabile soddisfazione di prenderci una fredda vendetta per l'indigesto biscotto nordico ingollato nel 2004.