Un erboso manto verde avente una lunghezza tra i 100 e i 110 metri ed una larghezza tra i 64 e i 75 metri: questo il campo dove si sviluppa il gioco, magari non quello più antico, ma sicuramente il più popolare e seguito al mondo. La gran parte di questa misurazione viene occupata dal centrocampo, la vera zona nevralgica del rettangolo di gioco. E' questo il settore che più si adatta etimologicamente alla strategia, che nella sua naturale accezione si identifica con l’arte di impiegare nella maniera migliore le risorse disponibili. Come per il campo di battaglia gli attacchi e i rinculi delle truppe, così gli inserimenti ed i ripiegamenti dei centrocampisti nel gioco del calcio spesso vanno a determinare l'esito di una partita. La strategia per la sistemazione di un centrocampo è un elemento imprescindibile per l'ottenimento di un obiettivo a breve scadenza, sia esso la vittoria finale o il mantenimento di una tattica di gioco. Ed è qui che entrano in gioco i veri protagonisti di questa terra senza padrone, le truppe bellicose del pallone. Fini palleggiatori o insormontabili frangiflutti di trame avversarie, fantasiosi creatori di gioco o fieri mastini, abili incursori o irrefrenabili fondisti, sublimi tutori del cuoio o imperturbabili ricettori di cartellini colorati, in qualsivoglia modo li si voglia inquadrare sono loro che hanno l'onere di creare l'indispensabile equilibrio per l'intera compagine e sempre loro ai quali si chiede di far girare la squadra sia in fase di possesso che in fase di non possesso palla. La potenza dei muscoli e la resistenza dei polmoni debbono andare di pari passo con la rapidità di pensiero, in una zona del campo dove non possono esistere conflitti a bassa intensità e men che meno aberranti tempi morti. Non da meno si deve considerare la concreta psicologia individuabile per i centrocampisti, per i quali la motivazione e l'atteggiamento sono doti essenziali come lo possono essere la concentrazione per il portiere, la scelta del tempo per il difensore, la rapacità per l'attaccante. Insomma un lavoraccio per i "nostri", costretti raccordare i guizzi dell'attacco con le pause della difesa, fare da filtro e magari darsi anche alla costruzione del gioco. Pertanto estremamente variabili i caratteri genetici e variegati i contorni caratteriali che connotano il centrocampista, nei cui confronti l'evoluzione del calcio ha peraltro contribuito ad incrementare l'esigenza di una sempre maggiore completezza (tattica e tecnica) per l'interpretazione del ruolo. Ma non è certo un caso che un "eurogol" è storicamente identificabile con la realizzazione di un centrocampista... Roberto Perotti