Il mancato rinnovo di Donnarumma è certamente una brutta botta per noi tifosi milanisti.
Possiamo far finta che non sia così, identificando Donnarumma come un giocatore sopravvalutato dal suo agente Mino Raiola e avendo la convinzione che il classe 2000 Plizzari (protagonista della finale per il terzo posto del Mondiale U20 con due rigori parati) sia forse anche meglio di Gigio e possa diventare lui il portiere del Milan per i prossimi 20 anni.

Tuttavia, dobbiamo essere sinceri con noi stessi.
Donnarumma è un predestinato che a 18 anni ha già fatto due stagioni fenomenali da protagonista in Serie A e non penso che Plizzari, malgrado le sue grandi qualità, abbia la stessa personalità di Gigio e possa ricoprire immediatamente un ruolo da titolare nel Milan. Un Milan, al contrario di quello in cui ha esordito Donnarumma, che ha l’obiettivo di qualificarsi in Champions e non può quindi permettersi di far esordire un altro 17enne in porta, con tutti i pro e contro del caso.
È meglio lasciar crescere Plizzari con tranquillità e magari affidargli la porta del Milan fra 3/4 anni.

Nel frattempo, ci sono tanti buoni portieri sul mercato (Szczesny, Reina, Neto, Hart…) ma di portieri che fanno veramente la differenza non ne trovo.
Parliamoci chiaro: Donnarumma quest’anno ha fatto miracoli e ha molto spesso indirizzato il risultato delle partite. Non ce ne sono molti di portieri in giro con questa qualità. Gigio era l’unico fuoriclasse che il Milan aveva in rosa e potevamo sognare, con una squadra forte attorno a lui, un futuro da protagonisti sia in Italia che in Europa.

Mentre queste prime settimane di mercato avevano lasciato presagire un grande Milan grazie a ingenti investimenti sul mercato (più di 100 milioni di euro già spesi), il suo addio lascia invece molti dubbi, in particolare riguardo alla nuova proprietà cinese.
Il rifiuto di Gigio di rinnovare il contratto sembra infatti dovuto, più che per questioni economiche (il Milan gli offriva 5 milioni netti all’anno), a una mancata fiducia di Raiola verso la proprietà targata Li Yonghong.
Dubbi che aveva avuto anche Paolo Maldini e che, dopo questo addio di Donnarumma, cominciano a diventare preoccupanti.
In effetti, se Li non avesse effettivamente dei soci alle spalle, è improbabile che il suo patrimonio riesca a sostenere spese atte al rilancio del Milan e all’estinzione dei debiti con il fondo
Elliott. Mentre i 100 milioni spesi all’inizio di questo mercato sembravano indicare una certa potenza economica da parte del gruppo cinese, l’addio di Donnarumma suscita molte ipotesi. Se fosse tutto un piano della società atto a mascherare la realtà, cioè che non ci sono soldi e un mercato importante può solo essere finanziato con la cessione di Gigio?

Comunque sia, da tifoso, questa cessione ha notevolmente ridotto le mie aspettative per le prossime stagioni, che erano invece molto alte dopo questo inizio scoppiettante di mercato da parte del duo Fassone-Mirabelli (che però, devo ammettere, hanno fatto tutto per trattenere Gigio in rossonero).