Franceso Totti. Un idolo, il Capitano, Er Pupone, la Roma.

Francesco Totti e la Roma. Francesco Totti è la Roma, già per tutti è così ed è giusto che sia così. La Roma, una squadra di medio livello che 25 anni fa fece esordire in Serie A uno sconosciuto sedicenne destinato a diventare una leggenda del calcio mondiale. Quel sedicenne talentuoso non toglierà mai più di dosso i colori giallo-rossi, cingerà il suo braccio sinistro con la fascia che fa di un semplice calciatore il capitano di un battaglione, e diventerà anno dopo anno l'immagine di un intero popolo, la bandiera che sventola nelle mani di ogni uomo, donna e bambino.

Con quella maglia addosso e nello stadio della sua città Totti farà conoscere al mondo cosa si cela dietro al gioco del calcio: estro, fantasia, coraggio, libertà, geometria, cuore. Purtroppo sono pochi i calciatori che rendono magico questo sport. Totti è un diamante puro e la sua luce brilla in un modo mai visto prima

Però quella è una luce destinata ad offuscare indistintamente tanto quella dei suoi avversari quanto quella dei suoi compagni. In tanti anni di Roma Totti ha infranto ogni record ma non ha portato a casa quasi nulla in termini di vittorie. Vincerà in carriera un solo campionato, lui stesso ammetterà che uno scudetto vinto a Roma ne vale dieci vinti a Torino; poi due Supercoppa e due Coppa Italia. Se non avesse deciso di seguire in maniera non renitente il suo destino calcistico (e di vita) adesso le statistiche direbbero tutt'altro. Il nome di Totti sarebbe plausibilmente accostato a quello di numerosi Scudetti, Champions League, Mondiali per Club. Una bacheca ricchissima ma non più tinta di giallo e di rosso.

Totti ha compiuto un sacrificio per diventare una bandiera. Nel calcio moderno prima di lui lo erano state Maldini, Del Piero e Zanetti ma loro non hanno dovuto rinunciare ai trofei per diventarlo. Milan, Juve e Inter sono realtà di un'altra dimensione rispetto alla Roma. Ed è proprio in nome di questo sacrificio che Francesco ha preteso di rimanere nello spogliatoio fino a 40 anni creando più di un problema.

Non c'è allenatore della Roma che negli ultimi anni non abbia dovuto affrontare il "caso" Totti. E leggendo le indiscrezioni riguardanti la sua autobiografia intitolata Un Capitano in uscita in queste ore il problema ha riguardato e continua a riguardare anche i dirigenti. Pare che Baldini abbia deciso di lasciare il comitato esecutivo della Roma dopo aver letto alcuni passaggi che si riferiscono proprio al suo rapporto col capitano. 

Anche dopo aver appeso gli scarpini al chiodo Totti pretende di essere protagonista di una società in cui ha dato tutto il meglio che un calciatore possa dare. Oggi è un dirigente ad onorem, è partito da zero e ha tutto da imparare, e non è detto che in questo ruolo il suo apporto possa risultare utile al club. Sono pochi i personaggi che hanno avuto il coraggio di consigliare a Totti, per il bene della Roma, di lasciare che la squadra si responsabilizzasse proseguendo senza di lui; chi l'ha fatto la sta pagando con accuse immotivate e immeritate che rischiano di destabilizzare una piazza storicamente difficile come quella della Capitale.