Sei punti in cinque partite, una squadra che crea ma che non riesce mai ad affondare il colpo decisivo per chiudere le partite, che poi è la qualità imprescindibile delle grandi squadre. A preoccupare sono i sei punti lasciati per strada con Cagliari, Atalanta ed Empoli. Per costruire una stagione positiva queste sono partite da vincere assolutamente.

Per comprendere il gap ancora rilevante che c'è tra Milan e Juve basta assistere ad una conferenza stampa di Massimiliano Allegri. Prendiamo quella della vigilia della partita col Bologna: "Domani bisogna vincere e basta". I giornalisti a parlare di moduli, giocatori in crisi (vedi Dybala che poi firmerà il primo dei due gol), di tattica, del fatto che non ci sono più le mezze stagioni... Ad Allegri alla vigilia della sfida col Bologna interessava una sola cosa: vincere. E lo ripeteva come un mantra, parlava ai giornalisti in sala stampa ma lo si poteva facilmente immaginare nello spogliatoio davanti ai suoi uomini: "Domani bisogna vincere!"

E facilmente hanno vinto la partita nella prima mezz'ora di gioco. Allora, verrebbe da chiedersi se Gattuso abbia meno fame di Allegri. Ma come, uno come Ringhio che ha perso l'appetito. La risposta è sotto gli occhi di tutti, lo era già da questa estate ma ci pensò l'abile Leonardo a confondere il giudizio di molti con l'eclatante acquisto del Pipita. E' bastato il solo acquisto di Higuain per confondere le idee, per far dimenticare i disastri del duo Fassone-Mirabelli e gli scandali finanziari del misterioso Mr Li su cui indaga la procura di Milano. Una società nuova di zecca e un solo Pipita in più non possono aver trasformato il Milan in una grande squadra.

Quindi la risposta è questa: a Ringhio non manca di certo l'appetito. Gli mancano i denti per mangiare come lui vorrebbe; gli manca la squadra. Gli manca una squadra che gli permetta di presentarsi negli spogliatoi e dire, senza urlare troppo, "Domani bisogna vincere. Punto e basta".