Ho scritto da poco il primo articolo nella sezione “Vivo Per Lei” di calciomercato.com. In Vivo Per Lei, come sapete, viene data l’opportunità ai lettori di pubblicare le proprie idee in forma di articolo. Chiunque può tenere il suo blog.
Nel mio pezzo, ho cercato di fare una critica a Totti dal punto di vista di un tifoso deluso dalle sue ultime scelte. Mi sono esposto, trattando un tema molto divisivo; eppure nei commenti non ho trovato insulti, ma opinioni ben argomentate espresse civilmente. Abituato al tenore dei commenti alle notizie nella sezione principale di questo sito, sono rimasto piacevolmente sorpreso. Ritengo curioso che sullo stesso portale possano presentarsi “mondi” apparentemente così diversi: da una parte gli utenti di Vivo Per Lei, pacati e disponibili al confronto; dall’altra quelli del sito, sprezzanti e rancorosi (non tutti!).
Perché?

Provo a dare un’interpretazione.
In un campionato come il nostro, in cui da otto anni vince sempre la stessa squadra, il tempo sembra essersi fermato: gli interisti ancora aggrappati al Triplete, i milanisti ai trionfi europei dell’era Berlusconi, i romanisti ai loro simboli traditi… In un tale contesto, nel quale molti tendono a “tifare contro”, avanza una generale sfiducia nei confronti dell’informazione “dall’alto”, cioè di quella professionale (giornalistica). D’altro canto, sono apprezzate le opinioni espresse da tifosi-blogger “come gli altri”, considerazioni “dal basso” e senza pretese di oggettività.

Nei processi comunicativi è fondamentale la fiducia. Questa viene, tradizionalmente, accordata al giornalista. I giornalisti riportano i fatti, ossia raccontano ciò che è successo a chi non c’era.
A questo punto, verrebbe da dire che i lettori di calciomercato.com non si fidano dei giornalisti che ci scrivono. Io non penso però che sia così. Penso invece che manchi fiducia nell’idea stessa di fatto; nella credenza che un insieme di oneste testimonianze, ciascuna secondo un diverso punto di vista, possa costituire una verità credibile.
Viviamo nella nuova era digitale e facciamo esperienza di flussi d’informazioni virtualmente infiniti, rappresentanti ognuno altrettante ideologie individuali. Alla base di ogni ideologia stanno verità auto-evidenti (che non hanno bisogno di essere dimostrate). Le nostre ideologie individuali si fondano sula verità dei sentimenti. I propri, non quelli degli altri.