Icardi è un attaccante molto forte. Ha fatto caterve di gol, parecchi decisivi. Ha sempre colpito nelle occasioni importanti; penso allo scorso anno durante il girone di Champions League: gol all’esordio e quattro centri in sei partite. Nei club, ha segnato in rapporto alle presenze più del nuovo acquisto Lukaku. Secondo le stime di Transfermarkt è tutt’ora il giocatore più prezioso dell’Inter. Eppure, è stato messo fuori rosa, probabilmente non scenderà mai in campo nel corso del girone d’andata e ha appena fatto causa alla squadra di cui era capitano.

Strano tipo, Icardi. In nazionale non l’hanno mai voluto: otto presenze e un solo gol; nessuna convocazione per la Coppa America né per i Mondiali. È vero che in Argentina c’è abbondanza di campioni in attacco, però un fenomeno dell’area di rigore come lui farebbe comodo a chiunque.

Insomma, l’ostilità nei confronti dell’uomo Icardi è cosa diffusa da tempo, perlomeno in patria. E l’origine è nota: ha “fregato” la moglie al suo grande amico e mentore ai tempi della Sampdoria Maxi Lopez. Per quanto maschilista sia l’idea che le donne si rubino, e che farsi rubare la moglie sia una delle grandi umiliazioni nella vita dell’uomo, in questa vicenda non ha fatto una gran bella figura. Le ragioni del cuore sono insondabili, ma nel divorzio tra Wanda Nara e Maxi Lopez sono davvero “volati gli stracci”. Un divorzio celebrato sui media più che in tribunale, che non ha giovato all’immagine pubblica di Icardi.

A ogni modo, la vita privata dei personaggi pubblici va rispettata. E nonostante la iper-esposizione mediatica del duo Icardi-Wanda Nara, la carriera dell’attaccante aveva preso il volo negli ultimi sei anni. Qualche crepa si vide all’epoca della pubblicazione della sua autobiografia nel 2016. Aldilà dell’opportunità di scrivere un’autobiografia a ventitré anni, diversi passaggi irritarono la società e i tifosi, che lo fischiarono. La polemica rientrò a suon di gol, come spesso accade nel calcio.

I fatti dello scorso inverno li conosciamo. Le sgradevoli affermazioni di Wanda Nara a Tiki Taka (riassumendo: “a un aumento di stipendio, preferisco migliori compagni per mio marito”), gli infortuni “misteriosi” di Icardi, il reintegro temporaneo in squadra. Fino al recente arrivo di Conte e alla decisione della società di dichiarare Icardi “fuori dal progetto”. A memoria, è successo poche volte che una squadra escludesse per ragioni extra-campo il proprio miglior giocatore. Lo fece Lotito, nella sua peggiore interpretazione di presidente-padrone, dieci anni fa con Goran Pandev. Quest’ultimo fece causa alla Lazio per mobbing, si liberò a zero e andò a vincere il Triplete all’Inter di Mourinho. Altri tempi, altro calcio.

Icardi non ha mai parlato. Né alla stampa né, pare, con i compagni. Invece di scusarsi pubblicamente a nome della moglie, all’epoca della polemica di Tiki Taka, ha alzato le spalle. E il maldestro tentativo di rientrare nelle grazie dello spogliatoio regalando un Rolex a tutti non ha funzionato. Quest’estate, Wanda Nara ha più volte espresso la volontà del suo unico assistito di restare all’Inter. Il fatto che la società, i tifosi, l’allenatore e i compagni non lo vogliano più vedere non sembra turbare la visione del mondo degli Icardi, che ora vogliono un risarcimento di un milione e mezzo di euro. Da un lato i silenzi ostinati del giocatore, dall’altro le incaute esternazioni della moglie-agente, con la dirigenza dell’Inter, in TV, tramite criptiche didascalie alle foto di Instagram. Che Wanda Nara non abbia il piglio di un procuratore di esperienza si è capito. Ha preso in procura il centravanti più forte del campionato, e nel giro di un paio di stagioni l’ha trasformato in un esubero che non riesce a trovare una squadra che lo compri a prezzo di saldo.

Va anche ricordato che soprattutto per via della condotta di Icardi, la scorsa stagione, l’Inter ha rischiato di non andare in Champions. A questo punto, il presidente Zhang e l’AD Marotta sono giustamente disposti a tenerlo in tribuna a lungo e forse anche a svenderlo, per dare una dimostrazione di forza. A prescindere da come andrà a finire, è probabile che l’Inter abbia agito correttamente nei confronti di Icardi. La società ha dimostrato solidità e fermezza. Non ha ceduto ai ricatti e si avvia a competere in un campionato che la vedrà protagonista ad alti livelli.

Ho citato il caso Pandev.
All’attaccante macedone fu illegalmente impedito di allenarsi e di giocare perché rifiutò un rinnovo a condizioni svantaggiose. Fu vittima di una prepotenza, e venne sanzionato il tentativo della Lazio di “tenerlo in ostaggio”.
Al contrario, Icardi e il suo entourage hanno messo in atto una manovra profondamente scorretta, e altrettanto sconclusionata, nei riguardi dell’Inter. Per adesso, sembra proprio che abbiano fallito.