Abbiamo visto un Maurizio Sarri in giacca e cravatta, in perfetto stile societario, nella presentazione dello stesso in sala stampa. Non riesco a comprendere quei giornalisti o testate giornalistiche che hanno montato un caso anche per il modo di vestire dell'allenatore e che addirittura hanno avuto il coraggio di domandarlo. Maurizio ha risposto, anche in modo spiritoso, così: "Io preferirei non andare in divisa sociale in campo, fuori sì, è un obbligo contrattuale. Ci confronteremo. L'importante è che non mi mandino nudo".

Ma che domanda del cavolo è? Ma la Juve veramente sul contratto ha messo una clausola, "obbligo contrattuale", per fargli indossare la divisa sociale? L'ha capito anche un bambino che preferisce per comodità stare in tuta. Io penso che la società l'abbia scelto non per fare le sfilate ma per far diventare la Juve una squadra al livello delle altre big d'Europa e rilanciare quei giocatori che, sotto la gestione di Allegri, si sono involuti, come Dybala, Douglas Costa e Bernardeschi, cioè 3/5 degli attaccanti: infatti quello juventino non è stato il miglior attacco del torneo e lo stesso Ronaldo non è divenuto capocannoniere.

Ecco, è per questo che Sarri è stato scelto, per fare in modo che con i suoi schemi di gioco, votati all'attacco, anche investimenti come quelli di Ronaldo il quale, forse qualcuno se lo è dimenticato, è stato pagato la bellezza di 105 milioni di euro, non vadano in fumo e pazienza se qualche volta qualche addetto alla stampa dovrà vedere l'allenatore in tuta.