È già passata più di una settimana dal tragico evento che ha scosso tutto il mondo. Il 25 novembre 2020, giornata contro la violenza sulle donne, è scomparsa una leggenda: Diego Armando Maradona o, per meglio dire, El Pibe de Oro. La sua morte ha lasciato una ferita insanabile nei nostri cuori, di per sé affranti dal periodo triste che stiamo vivendo in questi mesi.
Ha scosso in particolar maniera il popolo partenopeo e quello argentino, perché è proprio con il Napoli e con l'Argentina che Diego ha scritto la storia nel corso della sua prestigiosa carriera.

La carriera di Diego
La carriera di Maradona ebbe inizio nel lontano 1970 nell'Argentinos Juniors, squadra che lo consacrò, grazie all'aiuto del suo amico Goyo Carrizo che convinse a farlo partecipare alle selezioni per la squadra argentina. A poco meno di 16 anni fu aggregato in prima squadra dove venne considerato un gran talento. Infatti, in quei 5 anni nel club biancorosso giocò ben 166 partite realizzando 116 gol totali. Niente male per un centrocampista! Non c'è da stupirsi del fatto che nel '79 e nell' '80 vinse il Pallone D'oro sudamericano. Il 5 giugno 1982 diventò un nuovo giocatore del Barcellona. Veniva da un anno che non soddisfò tanto le aspettative che i dirigenti avevano nei suoi confronti. Purtroppo un'epatite virale lo allontanò dal campo per tre mesi. Alla 4ª giornata di campionato nella stagione 1983-1984 contro l'Athletico Bilbao, Maradona si infortunò nuovamente, ma fortunatamente venne curato dal suo medico di fiducia. Nel 1984 si trasferì in Italia, dove lo accolse il Napoli. "Io corro, io lotto, ma soprattutto dialogo con la palla per divertire la gente". Eh sì, fece proprio questo per 7 anni solo per i tifosi napoletani. La sua pozione speciale conteneva un mix di emozione e passione mischiato a una sostanza chiamata amore. Questa, fuoriusciva da sé quando in campo dribblava con delle finte soprannaturali i suoi avversari. I napoletani lo acclamavano fuori e nel campo, sempre. I suoi, furono anni meravigliosi soprattutto nell' '86, annata nella quale vinse il suo 1° scudetto con la maglia azzurra. Anno in cui Diego con la nazionale Argentina vinse il Mondiale messicano! In particolare, nei quarti di finale contro l'Inghilterra, verso la fine della partita, un rimpallo sollevò la sfera in area di rigore e Maradona, molto istintivamente, la deviò con la mano scaraventandola alle spalle del portiere. Argentina 1 Inghilterra 0. La folla esultava e gli inglesi lamentavano il fatto che l'arbitro non avesse notato quel particolare. Quel gol segnò la storia del calcio, perciò quel gol fu soprannominato "la mano de Dios". In quello stesso anno, in quella stessa partita Maradona da centrocampo prese palla, "danzò" con essa smarcando tutti gli avversari, arrivò in area di rigore, smarcò anche il portiere l'appoggiò in porta. Quello fu "il gol del secolo" perché è stato votato come il più grande gol nella storia della Coppa del Mondo! Nel 1989 il Napoli sfiorò la tripletta, concludendo il campionato ancora al secondo posto, dietro l'Inter.
Maradona dovette lasciare i partenopei il 17 marzo 1991 dopo un controllo antidoping effettuato al termine della partita Napoli-Bari (vinta dal Napoli per il risultato di 1-0), al quale Diego risultò positivo alla cocaina. I tifosi e i compagni furono molto delusi da questo suo comportamento, per loro inaspettato. Dopo la sua esperienza al Napoli (secondo me la migliore che lui abbia mai vissuto) tornò in Spagna, nel Siviglia. Con gli andalusi si spense. Giocò solo 25 partite in 2 anni, segnò 5 gol ed effettuò 12 assist.
Maradona tornò a giocare in Argentina nel Newell's Old Boys dove, diciamoci la verità, ha deluso le aspettative. Ha disputato 5 partite senza segnare neanche un gol. In seguito si ritirò solo per qualche mese nell'attesa del mondiale del '94 negli USA. Durante il mondiale statunitense fecero un test antidoping al quale Maradona risultò positivo all'efendrina perciò fu squalificato. In questa "pausa" Diego provò ad allenare 2 squadre: il Textil Mandiyú e il Racing Club, ma senza successo.
Nel 1995 gli venne assegnato il Pallone d'Oro per la sua fantastica carriera. Nel mese di ottobre dello stesso anno tornò a giocare per il Boca Juniors, la squadra nella quale non ha avuto bei ricordi, ma infondo è andato lì solo perché la sua carriera era al termine. Infatti ci rimase per 24 mesi, e a 36 anni era arrivato il momento per lui di appendere gli scarpini al chiodo e di iniziare una nuova vita. Il 28 ottobre 2008 venne nominato CT della sua amata Argentina. La sua nuova esperienza non fu inizialmente tanto bella e il seguito non tanto meglio. Perse 6-1 contro la Bolivia, penultima in classifica. Fu squalificato per ben 2 mesi, per aver insultato dei giornalisti perché l'avevano ritenuto un incapace. Quando ritornò perse contro la Germania ai quarti di finale e venne esonerato. Bella sfiga! Nel 2011 partì per Dubai, per allenare l'Al-Wasl. Con questa squadra ha sfiorato sfortunatamente la "Coppa dei Campioni del Golfo" perdendo 4-5 ai rigori. Allenò il club giallonero solo per 1 anno. Dopo 5 anni riprese la sua carriera da allenatore andando ad allenare l'Al-Fujairah, un club della 2ª divisione degli Emirati Arabi. La sua esperienza in questa squadra fu eccezionale perché non perse neanche una partita in tutta la stagione! Fu anche breve perché si dimise nel 2018, poiché non riuscì a raggiungere il suo obiettivo: la promozione. Lo stesso anno fu chiamato in America per il Dorados. Purtroppo non riuscì a portare la squadra verso la promozione. Perse entrambe le volte nella finale contro l'Atletico San Luis. Che coincidenza! Un anno fa ha lasciato il club per motivi di salute.

Il 25 novembre è arrivata la toccante notizia che ci ha sconvolto: la sua morte. 

Il San Paolo diventa Maradona
La Napoli di Diego gli ha fatto un altro grande omaggio: il San Paolo sarà il suo stadio. Ha trasmesso emozione al Napoli regalando una stagione di successo e passione tanto grandi che il popolo partenopeo gli regala il tributo più importante: lo stadio, che prenderà il nome di "Maradona". Sono infatti stati anni magici quelli passati con la maglia azzurra: 2 scudetti e un legame molto forte coi tifosi napoletani che ha giurato amore eterno. Inutile la protesta di alcuni parroci che hanno scritto una lettera perché non sia modificato il nome al San Paolo.
Insomma, lui è stato un idolo per me e per tantissimi altri sicuramente. L'ho voluto ricordare in questo modo. 
AD10S DIEGO.