La squadra allestita da Corvino è pronta (si fa per dire, visto che per un motivo o per l'altro metà dei giocatori è indisponibile) per la stagione 2015/16. Il metodo di lavoro del ds bolognese è chiaro e univoco: giovani. Eh sì, perché Mounier, Giaccherini e Rossettini giovani non lo sono, ma non è per loro che è nato questo nuovo Bologna. E' nato per Diawara, per Pulgar, per Masina, per Donsah, per Destro, per Taider, per Oikonomou, per Kraft, per Ferrari, per quella classe nata dopo il '90 che, augurandosi il meglio, tra dieci anni calcherà ancora il rettangolo verde. Se l'obbiettivo di Corvino era quello di costruire una squadra giovane, non c'è dubbio che ci sia riuscito. Ma c'è una scommessa: ha futuro questa squadra? riuscirà a salvarsi col suo centrocampo under 23 (Brighi escluso)? Ipotesi sì: il Bologna ha già la squadra per i prossimi tre anni almeno. Ipotesi no: disastro completo. Sarebbe la fine: il progetto di Saputo spento sul nascere. Chiaro, difficile che il Bologna retroceda, il chairman ha soldi a volontà e a Gennaio, se i rossoblu navigheranno in acque torbide, arriverebbero con tutta probabilità, dei rinforzi, ma com'è facile da immaginare non è questo il piano del magnate canadese. Non resta che sperare che questa giovane squadra fiorisca e non si riveli un flop. La scommessa di Corvino avrà buon esito? E' rischiosa, perché a centrocampo non ci sono elementi che diano sicurezza di formare un centrocampo sufficiente per la serie A, non ci sono giocatori navigati, mentre l'attacco vanta come elemento di categoria il solo Destro (e chissà, magari Mancosu è un nuovo Hubner), con Brianza da "tappabuchi". Poi ci sono Giaccherini e Mounier. Una scommessa anche loro: il Giak ha già dimostrato di essere un elemento di valore per il calcio italiano, e speriamo si ripeta anche in questa nuova avventura. Così come si spera che il francese si ambienti in fretta ed in fretta si abitui al calcio italiano, giocando ai livelli dell'anno scorso. Dimenticavo di Rossi. Due anni fa alla Samp lo davano per bollito, tanto da essere esonerato. Ha guadagnato una salvezza con una squadra e ora ne allena un'altra. Tra l'altro la allena per un modulo che non era quello con cui voleva partire: il 4-3-1-2. La telenovela trequartista, che ha affiancato al Bologna nomi come Praet e El Kaddouri, si è trascinata a lungo durante l'estate, si è poi ripiegati su Krivicic e su due attaccanti esterni. Chissà che Rossi non riesca a impostare un tridente veramente temibile. Insomma: la posta in gioco è alta (visto il rapporto tra fatturato e investimenti???) e il rischio non è da meno. Ma in palio c'è tanto, veramente tanto.