Archiviate le due prime partite di campionato con 4 punti in saccoccia (meritati? difficile a dirsi), il campionato del Bologna può cominciare. Non è esattamente una buona notizia, per chi l'anno scorso ha subito per quattro volte un 3-0, un 5-1 e infine un 1-7 in casa. E il sentimento con cui ci si avvicina alla partita con il Napoli -la paura- è indice che il tifoso è scottato. Scottato perché l'anno scorso ha visto di tutto, ha visto l'essenza della mediocrità pura e ha subito l'umiliazione feroce.
Tutt'ora è costretto a vedere gli strascichi: l'autore di ciò, il fautore di ogni scempio, è ancora seduto in panchina a pretendere di guidare dei giocatori che, senza ombra di dubbio, farebbero meglio persino se si autogestissero.

Forse il pessimismo fa da padrone, non bisogna essere troppo negativi. Il problema è che non si capisce cosa offrirà questa squadra in più rispetto all'anno scorso: gli interpreti sono cambiati di poco e lo schema è rimasto il medesimo. E allora?
Allora bisogna confidare nei pochi singoli: Verdi e Di Francesco. Solo questi due, amici sul campo e fuori dal campo, possono rendere la domenica del tifoso bolognese. Sì, perchè anche se arriverà la sconfitta, la speranza che questi due trascinino il Bologna a suon di gol e belle giocate dà ancora energia per andare allo stadio con il pensiero di vedere una vittoria. Destro non lo nominiamo neanche, è una causa persa. Non si può contare su di lui, non si è mai potuto. Invece Adam Masina e Godfred Donsah sì.
I due presunti uomini mercato alla fine sono rimasti e non si può che essere felici di fronte a questa notizia. Il primo, simbolo di un Bologna che (in teoria) cresce, se ripete una stagione come la 2015/2016, darà grandi soddisfazioni e, soprattutto, grandi assist. E magari anche un paio di reti. Il secondo è sicuramente il centrocampista più talentuoso (nonchè un investimento importante) del Bologna, che solo agli occhi di donadoni può risultare un panchinaro. Se esploderà farà fare al Bologna un salto di qualità, per quanto piccolo che sia.

Insomma, cosa ci aspetta? Emozioni? Umiliazioni? Ad oggi è bene essere cauti. Ma chi sa coltivare entusiasmo lo coltivi.
C'è bisogno di gente carica, che sappia guardare oltre l'orizzonte ed il prossimo futuro del Bologna, che non si sa se sarà roseo o grigio.