Il campionato di calcio Nigeriano potrebbe rappresentare una sorta di El Dorado per tutti gli appassionati di scommesse sportive, se non fosse che, già da tempo, praticamente tutte le agenzie hanno negato ai giocatori la possibilità di puntare su di esso. Il motivo? Molto semplice, in NFPL è praticamente impossibile vincere in trasferta. L'anno scorso, ad esempio, il Plateau ha vinto il campionato totalizzando 66 punti, di questi, solo 13 sono stati collezionati lontano dalle mura amiche, frutto di appena 2 vittorie, 7 pareggi e 10 sconfitte, un cammino non proprio da scudetto. Ovviamente però, c'è anche chi ha fatto peggio. Nel 2013, il Gombe ed il Kaduna si piazzarono rispettivamente al settimo ed al decimo posto, totalizzando 55 e 53 punti, il 100% dei quali ottenuti in casa. Si, avete capito bene, mentre lo storico casalingo dice 18-1-0 per il Gombe e 17-2-0 per il Kaduna, quello esterno è identico per entrambe: 0-0-19. Il Kano Pillars invece, che quel campionato lo ha vinto, è riuscito a mettere insieme la bellezza di 8 punti in 19 partite giocate fuori casa, costruendo il suo successo tra le mura amiche, dove ne ha totalizzati 55.

Le cause di questo squilibrio non sono difficili da immaginare e c'è addirittura qualcuno che ha provato ad esportarle in Europa. Poche settimane fa infatti, durante il match tra PAOK Salonicco ed AEK Atene, valevole per la venticinquesima giornata della Super League greca, il presidente dei padroni di casa Ivan Savvidis è entrato in campo munito di pistola, minacciando di morte il direttore di gara. Un gesto del tutto inaccettabile in Europa, ma che in Nigeria è all'ordine del giorno. La federazione nigeriana infatti, per mancanza di fondi, non può permettersi di provvedere al pagamento dei suoi fischietti. Spesso e volentieri, dunque, il compenso viene versato dal club di casa, ovviamente non prima di essersi garantito i tre punti. Non bisogna però pensare a pagamenti sottobanco e a taciti accordi, perchè il tutto avviene alla luce del sole, tra le minacce dei tifosi presenti e la rassegnazione degli avversari, che spesso si accontentano di tornare a casa sani e salvi. Già, perché anche concludere una trasferta incolumi, in Nigeria, non è roba da poco. In assenza di soldi sufficienti al trasporto aereo infatti, i giocatori sono costretti a spostarsi in pullman, costantemente esposti al rischio di essere fermati e derubati. Per non parlare poi delle difficoltà che si incontrano nell’andare a giocare nel nord del paese, teatro di scontri sempre più frequenti tra le milizie nigeriane ed i ribelli di Boko Haram. Nonostante le dichiarazioni del presidente Buhari, che si è detto sicuro dell’imminente sconfitta degli jihadisti, le televisioni e le radio locali raramente mandano i loro inviati in quelle zone del paese. La mancanza di informazioni e di immagini, dunque, rendono ancora più semplice l’utilizzo di pratiche non proprio consoni al gioco del calcio.

Per quanto riguarda la stagione corrente, i primi risultati sembrano confermare il trend degli ultimi anni. La capolista Lobi Stars, ad esempio, ha conquistato 19 dei 21 punti disponibili in casa, mentre, lontano da Makurdi, ne ha raccimolati 8 in 8 partite, risultando comunque la migliore per quel che riguarda il rendimento esterno. Il Wikki Tourist invece, tredicesimo in classifica con 19 punti, è ancora a caccia del primo risultato utile esterno. Diverso invece, il ruolino di marcia in casa, dove ha vinto sei delle sette partite disputate, pareggiando la rimanente. Il campionato è però ancora apertissimo, visto che tutte e 20 le compagini sono raccolte in appena 12 punti, e, proprio come in Champions League, anche in Nigeria i gol fuori casa sembrano valere doppio.