La delusione è alta. Non qualificarsi al mondiale per la seconda volta consecutiva è forse la pagina più nera del calcio italiano. 
Nell'immediato post partita in molti, professionisti e non, si sono scatenati esprimendo pensieri e opinioni molto dure sulla partita ed in generale sul percorso della nostra Nazionale. Il che è più che dovuto, sopratutto se si pensa che siamo usciti contro una squadra di livello molto inferiore rispetto al nostro, almeno sulla carta.
Ma in questi casi la "carta", si sa, non conta molto. A parlare è infatti il campo, e noi ieri sera abbiamo fatto poco. 
Le statistiche dicono che i nostri ragazzi hanno tirato in porta ben 32 volte contro i 4 tiri dei macedoni. La differenza è che solo 5 di quei 32 tiri sono stati indirizzati in porta. Troppi errori, alcuni anche fatali, come il rigore in movimento sbagliato da Berardi nel primo tempo o le altre due occasioni che sempre lui si è divorato nella ripresa. Sia ben chiaro, non sto incolpando l'attaccante del Sassuolo, la mia è solo un'analisi a mente lucida della gara. Le colpe sono da dividere. 
Dico a mente lucida perchè anche per me c'è stata delusione, non lo nego. D'altronde sono un grande appassionato della Nazionale e non vivere questa esperienza per la seconda volta mi secca. Ho 22 anni, il mondiale del 2006 lo ricordo a malapena, ricordi sbiaditi di un bambino che si stava da poco approcciando a quel mondo. La qualificazione la sognavo, sopratutto dopo un campionato europeo vinto pochi mesi prima e che mi aveva dato molta speranza, che è sempre l'ultima a morire.
Prima ho detto che la mia è un'analisi a mente lucida, un'analisi che bisogna fare il giorno dopo per capire cosa ha funzionato e cosa no, con razionalità e obbiettività. Certo, non sono un grande esperto, ho poca esperienza, ma questo è il lavoro dei miei sogni. Prima o poi dovrò pur iniziare, giusto?

Non possiamo addossare le colpe solo ed esclusivamente alla partita di ieri sera, non possiamo. Perchè dopo la vittoria dell'Europeo abbiamo sbagliato l'approccio sul campo. Nelle ultime 5 gare abbiamo fatto 7 punti, troppo pochi, sopratutto se si pensa che quelle erano le gare decisive per il pass mondiale. Poi ci si mettono anche gli episodi contro. I due rigori di Jorginho sbagliati contro la Svizzera, la rivale per il primo posto, sono stati pesanti da digerire e sul piano emotivo hanno pesato sulla mente dei ragazzi. 
A mio avviso il problema è stata la superficialità che abbiamo avuto in alcune gare, la spocchia di pensare di essere i migliori, gli imbattibili. Certo, lo siamo stati per un lungo periodo, ma si sa, il calcio è imprevedibile. Un giorno sei Davide e uno Golia. Lo abbiamo provato a nostre spese. 
Molti criticano il percorso tecnico della Nazionale, io non sono d'accordo o almeno non totalmente. Sì perchè il progetto tecnico avviato da Mancini e dal suo staff è stato sin dall'inizio molto solido. Al massimo possiamo imputare al tecnico di Jesi di aver sbagliato qualche scelta, ma fa parte del gioco. 

Il problema secondo me risiede nel sistema calcio italiano. Un sistema troppo superficiale che non ha grandi ambizioni, si limita solo alla vittoria del campionato snobbando tutto il resto. Da anni siamo umiliati dalle big europee, da anni non vinciamo in Europa. Un motivo ci sarà, giusto? In Spagna, Germania e Inghilterra tutte le società hanno uno stadio di proprietà, in Italia solo cinque. In queste nazioni ogni anno il campionato ha un certo equilibrio, in Italia solo nelle ultime due stagioni. In Europa gli incassi sono maggiori rispetto al nostro paese e nonostante ciò cercano sempre di lavorare con i settori primavera, sfornando talenti già dalla tenera età. Da noi poche società hanno questo coraggio.

Ecco, il coraggio. Forse è quello che manca di più al nostro sistema.
Ma si sa, noi siamo pigri, ci accontentiamo di poco, pensiamo solo agli altri, non pensiamo mai a noi stessi e questi sono i risultati. Non c'è ambizione nel portare avanti un lungo progetto per dominare negli anni, no. 
Beh, allora lo posso dire adesso: non ci meritiamo il mondiale!