Un percorso iniziato nell'estate del 2017 con l'arrivo di Luciano Spalletti. Un biennio importante che vede il ritorno in Champions League dopo anni di assenza, con partite al cardiopalma come contro la Lazio e l'Empoli decisive per l'accesso nell'europa dei grandi. Inizia a formarsi la corazzata interista con l'arrivo di Milan Škriniare e l'invenzione di Marcelo Brozovic come regista davanti la difesa. 
L'anno successivo sembra solo di passaggio, ma in realtà risulta essere decisivo per l'avvio di un percorso luminoso e vincente. Ad inizio stagione vengono acquistati due giocatori chiave: Stefan DeVrij, a paramentro zero dalla Lazio, e il promettente attaccante argentino Lautaro Martinez. Nel dicembre, poi, viene ingaggiato Giuseppe Marotta come nuovo amministratore delegato per l'area sportiva. Un grande passo dirigenziale che darà equilibrio e consapevolezza alla società, grazie anche al lavoro di Piero Ausilio e Alessandro Antonello. 
Dopo il biennio spallettiano inizia una nuova era, quella di Antonio Conte. Obbiettivo dichiarato: scudetto in due anni. Qui si inizia a capire la voglia di vittoria della società che nella sessione estiva e invernale di mercato porta al termine colpi di grande livello: Lukaku, Barella, Sensi, Sanchez, Eriksen e Bastoni per competere in Italia e in Europa. La stagione si conclude con un secondo posto in campionato, una semifinale di coppa Italia e una finale di Europa League persa.
Una stagione importante che porta consapevolezza e ferocia alla squadra. L'esplosione di Bastoni come difensore, l'arrivo di Hakimi e Darmian, decisivo per lo scudetto, insieme all'esplosione di un Perisic rinato dopo l'esperienza al Bayern Monaco portano la squadra alla conquista dello scudetto numero 19. Un campionato dominato sopratutto nel girone di ritorno con 51 punti conquistati su 57 disponibili. Il 23 maggio iniziano i festeggiamenti, dopo mesi e mesi di tensione e lavoro, un pò di tranquillità che durerà per pochi giorni. Dopo 3 giorni arriva la risoluzione del contratto di Conte e del suo staff, quasi scontato visto le frizioni con la dirigenza e i dubbi relativi al progetto da lui iniziato.  

Il 3 giugno viene annunciato Simone Inzaghi come nuovo allenatore. Tra dubbi ed entusiamo è iniziato un nuovo corso ad Appiano Gentile anche se con qualche delusione iniziale. Sì perchè l'Inter perde tre giocatori importanti della squadra: Lukaku, Hakimi ed Eriksen. La situazione sembra degenerare con i malumori dei tifosi e un clima teso ma arrivano subito le risposte della società. Dzeko, Çalhanoğlu, Dumfries, Correa e il ritorno di Dimarco rimettono ordine nella rosa e si è pronti per la nuova stagione. Inzaghi con umiltà e duro lavoro riesce a plasmare una squadra perfetta, dedita all'attacco con una solidità difensiva invidiabile e con un centrocampo che si esalta con i nuovi meccanismi dell'ex tecnico della Lazio. 
Dopo 22 giornate, con una partita in meno, l'Inter è prima con 53 punti, 53 goal fatti e 17 subiti, la domanda sorge spontanea. Può questa Inter aprire un ciclo di vittore in Italia e togliersi qualche soddisfazione in Europa? I presupposti ci sono. 
Brozovic, Skriniar e mister Inzaghi sono pronti al rinnovo, l'acquisto di Gosens e il probabile rinnovo di Perisic sulla fascia sinistra sono segnali importanti, a maggior ragione se già si sta programmando la prossima sessione estiva di mercato con Scamacca, Bremer e Frattesi in cima alla lista dei desideri. Con la suggestione Dybala a parametro zero che fa eco tra i corridoi della società.  
Fatto sta che in viale della Liberazione le idee sono ben chiare.
L'Inter è tornata e fa sul serio!