Ousmane Dembelé, Kylian Mbappé. No, non si tratta di uno scoglilingua. Neanche di un francesismo. Gli appassionati di calcio sanno perfettamente cosa significhino queste parole, o meglio, chi siano i due giocatori presi in considerazione. Sono due calciatori francesi, i cui nomi, quest'estate, hanno occupato non poco posto nelle discussioni di mercato, rimbalzando sulle principali testate giornalistiche. Cos'hanno di tanto particolare? Attorno a loro vorticano milioni di euro, soldi che le big europee hanno versato o intendono versare per assicurarsi le loro prestazioni. Partiamo dal primo.

Ousmane Dembelé, classe 1997. Attaccante. Ieri il Barcellona ha ufficializzato il suo acquisto dal Borussia Dortmund per 105 milioni di euro più bonus, arrivando ad un totale che si aggira intorno ai 145-150 milioni. La clausola rescissoria? 400 milioni. Questa operazione, che è valsa subito al ragazzo l'etichetta di "secondo acquisto più costoso della storia del calcio" (dopo Neymar, s'intende), è arrivata alla fine di un percorso lungo e  non semplice. In primis, la lite durante un allenamento tra il giovane francese e il portiere del Borussia, Roman Burki, nei primi di Agosto; in secundis, circa una settimana più tardi, l'assenza agli allenamenti della squadra tedesca senza rispondere al telefono. La scorsa stagione con la maglia del Dortmund ha segnato 10 reti, 2 delle quali in Champions League, in 9 presenze.

Il secondo giocatore citato precedentemente è Kylian Mbappé, anche lui francese, classe 1998. Attaccante. In forza la scorsa stagione al Monaco, ha impressionato tutti, per la sua agilità e per il suo senso del goal, che lo hanno portato a collezionare la bellezza di 26 reti, 6 delle quali in Champions, in 9 presenze. L'ultima rete nella competizione europea l'aveva segnata a Buffon, nella gara di ritorno delle semifinali, quando ormai, sul 2-0, la sua squadra era praticamente già uscita. A differenza di Dembelé, Mbappé per ora è ancora in forza al Monaco, tuttavia, in questi giorni, le voci di un suo possibile approdo sotto la Tour Eiffel si sono fatte sempre più insistenti. Le cifre di cui si parla sono, anche in questo caso, monstre: circa 150 milioni più il cartellino di un calciatore. Questo è quanto il PSG è disposto a mettere sul piatto per assicurarsi il talento francese. Sul ragazzo, nell'ultimo periodo, è anche circolato un aneddoto interessante che lo pone in netta contrapposizione rispetto al collega citato precedentemente: dopo aver portato il Monaco a vincere la Ligue 1, durante la festa del titolo allo stadio, Mbappé, a differenza dei compagni di squadra, non ha portato il cellulare. Questo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport: "Ognuno ha il suo modo di festeggiare, io volevo godermi lo stadio pieno di tifosi, il club aveva organizzato una festa eccezionale, con i fuochi d'artificio, non vedevo l'utilità di portarmi il telefono".

Ora, al di là del tipo di persone che questi calciatori sono, del bottino di reti cha hanno collezionato, la domanda è: come mai questi ragazzi, perchè ragazzi sono, costano così tanto? Quale effetto psicologico può avere, per loro, la montagna di soldi che gli ruota costantemente attorno? Logicamente, il valore economico di un calciatore è influenzato da diversi fattori: dalle caratteristiche tecniche, dalle qualità particolari, dalle reti segnate, dai trofei vinti...e anche dal prezzo degli altri giocatori di spicco nel panorama calcistico. Sì, perchè se la scorsa estate Pogba è stato ceduto ai Red Devils per circa 100 milioni, e Neymar quest'estate è approdato al Parco dei Principi per più di 200 milioni, è probabile che il prezzo di giovani promettenti lieviti di continuo, in maniera esponenziale. Ciò non è necessariamente un bene, è più realisticamente il modo in cui funziona il mercato del calcio. Tuttavia è anche vero che forse, talvolta, i club con molti soldi crescono un po' "a piacere" il valore dei propri giocatori, creando una corsa agli armamenti difficilmente controllabile. Ciò magari non è del tutto un bene per quei calciatori che sono, appunto, molto giovani: finchè l'età è bassa, si tende ad amare in maniera incondizionata lo sport, in questo caso il calcio. Pagare ragazzi cifre monstre e versargli nelle tasche stipendi a sei zeri, può portarli a vedere e a vivere lo sport in maniera completamente diversa, facendoli magari disamorare e concentrare più su quello che il calcio offre, che non su quello che rappresenta in realtà per loro. La tutela dei giovani talenti è quindi un tasto molto importante, soprattutto per loro e per le loro vite, ma anche per questo sport, così vitale per tutti quanti.