La partita di sabato sera rappresenta uno snodo fondamentale nella stagione del Milan, ovvero l'eventuale possibilità di centrare l'obiettivo Champions con le conseguenti possibili importanti variabili legate al prossimo calcio mercato e alla prosecuzione del rapporto di lavoro con il tecnico Gennaro Gattuso. Detto dell'evidente dato, sul quale tanto si è detto e discusso, ovvero di un Milan piccolo con le grandi, è altresi importante valutare quale potrebbe essere l'atteggiamento tattico con il quale i rossoneri potrebbero scardinare il consolidato impianto di gioco di Simone Inzaghi, che vive della tenacia del proprio centrocampo, equalmente diviso tra ecletticità tattica e furore atletico, di una difesa ordinata, e di una fase offensiva che porta molti giocatori a riempire l'area avversaria, dando così molteplici corridoi di passaggio diretti alla profondità del campo ai portartori di palla. Risvolti tattici che notoriamente la squadra di Gattuso fatica ad affrontare, avendo l'abitudine di stare bassa a protezione della propria area e cerando sempre un uscita di palla pulita a partire dai centrali od, addirittura, dal portiere. Quindi, nel mero campo delle ipotesi, l'ideale sarebbe per la compagine meneghina quello di schierarsi specularmente alla lazio, ovvero con un pressochè inedito 3 5 2, declinato nelle forme sottostanti. Il portiere potrebbe e dovrebbe essere Pepe Reina, per l'infortunio del titolare Donnarumma e, soprattutto, per la capacità dello spagnolo di giocare con discreta disinvoltura come libero aggiunto; la linea a 3 sarebbe composta da Romagnoli sul centro sinistra, abile nello stazionamento tattico sia nella ripartenza dell'azione, Zapata sul centro destra per sfruttarne la migliore caratteristica fisica, ovvero la velocità da contrapporre ai predetti inserimenti profondi dei biancocelesti, e in centro Caldara, il quale, al netto dei problemi fisici fin qui riscontrati, ha dimostrato, nella scorsa stagione di saper giocare sull'anticipo dei rispettivi attaccanti avversari. Il centrocampo a 5 vedrebbe Bakayoko come mediano davanti alla difesa, fondamentale per arginare la verve agonistica di Milinkovic Savic, affiancato da Kessiè e Chalanoglu, l'uno con compiti di interdizione e incursione, l'ivoriano, giocando quasi a uomo sui due esterni della difesa a tre laziale, l'altro, il turco, con compiti di regia, sebbene atipica. I due esterni dovrebbero essere vicendevolmente compensativi, ovvero sul lato sinistro Ricardo Rodriguez per sfruttarne la sagacia tattica ed il sinistro educato, e sul lato destro Conti, libero da compiti eccessivamente difensivi, per sfruttarne la riconosciuta capacità di corsa, assist, e l'eventuale presenza in zona goal. I due terminali offensivi, ovviamente, sarebbero Piatek e Cutrone, con il secondo che sfrutterebbe la propria freschezza atletica per portare un pressing sistematico su Acerbi, e in seconda transizione sul regista di centrocampo laziale. Uno scenario tattico di questo tipo rinnegherebbe quello in cui il tecnico milanista ha creduto fin'ora, ovvero possesso palla basso, ampi e continui cambi di campo da parte degli esterni alti, e lo scambio di posizione di questi con le mezzeali, ma darebbe alla manovra offensiva uno sviluppo più verticale, sfruttando le geometrie e la facilità di calcio di Chalanoglu a servizio delle incursioni di Kessiè e Conti,. utile al rifornimento dei due rapaci di area di rigore, Piatek e Cutrone. Tuttavia, allo stesso tempo, garantirebbe una potenziale buona copertura difensiva, con 5 giocatori, ovvero i 3 difensori più Bakayoko e Rodriguez stabilmente nella mediana rossonera. Sarebbe anche utile come laboratorio tattico in vista della prossima stagione, della valutazione degli uomini in rosa e del loro adattamento ad altri eventuali moduli di gioco.