Il risultato della partita di sabato sera a San Siro ci consegna un Milan al quarto posto in classifica legittimamente indirizzato verso traguardi consoni alla propria storia ed al proprio blasone di squadra continentale.
Il match ha visto affrontarsi due squadre piuttosto bloccate che si sono abbastanza equivalse nei minuti precedenti alla topica di Durmisi, che in netto ritardo e totalmente disinteressato al pallone, andava a travolgere Musacchio nell'area di rigore biancoceleste, causando così il tiro dagli 11 metri abilmente trasformato dall'ivoriano Kessiè.

Al netto del risultato acquisito, è doveroso parlare non tanto dei meriti dei singoli calciatori, quanto di quelli del tecnico rossonere Gattuso, il quale ha saputo sfruttare abilmente quelle che sembravano essere due defezioni importanti all'interno dello scacchiere tattico.
Infatti, al minuto 67', il doppio infortunio che colpiva il centrale Romagnoli ed il Terzino destro Calabria consigliava a Gattuso di modificare l'assetto della propria squadra, passando appunto ad una difesa a tre, composta da Musacchio, il redivivo Zapata, autore di una prestazione eccellente, e lo svizzero Rodriguez, disponendo, al fianco dei 3 centrocampisti che già erano in campo, due uomini di fascia (e corsa) come Laxalt e Borini ed avvicinando Suso a Piatek, quasi in posizione di seconda punta.

Questa nuova situazione tattica, durante gli ultimi 25 minuti di partita, permetteva ai rossoneri una migliore distribuzione degli attacchi alla porta della Lazio, certificati non solo da rigore assegnato di cui sopra, ma da almeno altre 2 occasioni decisamente nitide, con Cutrone e Suso che, per motivi diversi, non finalizzavano due azioni in contropiede.

È all’evidenza dei fatti che quello di Gattuso non è stato un esperimento improvvisato, ma piuttosto la rappresentazione pratica di un sistema di gioco provato in allenamento, in cui gli interpreti hanno saputo collocarsi precisamente dove richiesto, con pressoché nessun bisogno di momenti di ambientamento, ed è appunto questa sicurezza nel gioco che prefigura in futuro ancora l'utilizzo di questo schema, magari sfruttando entrambe le punte in rosa.