La diatriba tra Messi e il Barcellona sembra aver raggiunto una conclusione (almeno per quest’anno), con il fuoriclasse argentino che ha deciso di rispettare il suo contratto con la squadra catalana e, dunque, rimanere fino a giugno 2021. Nessuno sa i veri motivi e i retroscena dietro questa scelta: il giocatore ha parlato della clausola da 700 milioni ritenendola valida solo per i primi tre anni, ma, essa è stata convalidata, prima dalla società blaugrana, poi dalla Liga spagnola, fino al termine del contratto. Inoltre, il numero 10 argentino ha accusato il presidente Bartomeu per non aver mantenuto la parola data, poichè aveva garantito piena libertà a Leo qualora avesse voluto lasciare il club che lo ha cresciuto. Tuttavia, Messi non ha pensato di "abbandonare la bar(ç)a" dopo la pesantissima batosta inflitta dall'armata tedesca di Flick, la decisione era stata presa tempo prima, infatti ha dichiarato di aver chiesto più volte, nel corso della stagione, di essere ceduto. Ritiene che la principale squadra della Catalogna non sia più competitiva come in passato, non per mancanza di investimenti sul mercato, infatti negli ultimi anni sono stati spesi tantissimi soldi per giocatori che non hanno reso secondo le aspettative (Arthur, Coutinho, Dembelè..). Nonostante ciò, il primo bersaglio della critica è sempre il fenomeno di Rosario, incolpato, spesso, di non incidere nelle partite che contano: in Champions League. In realtà, se analizziamo attentamente gli ultimi anni del Barcellona nel torneo più importante d'Europa, Messi non è mai tra i "colpevoli" delle disfatte, ma, spesso, l'artefice delle vittorie.

Partiamo dalla finale del 2015. Leo mette lo zampino in tutti i gol segnati dal Barça: dopo 3' con un cambio di gioco apre la difesa e dà il via all'azione dell'1-0; nel secondo tempo, dopo diversi dribbling il suo tiro viene respinto da Buffon per il tap-in di Suarez e, nel momento di maggior pressione della Juve è lui a lanciare in profondità Neymar, che dopo uno scambio con Pedro, chiude la pratica.

Nel 2016 il Barcellona viene eliminato ai quarti di finale dall'Atletico Madrid, finalista, per un gol di testa (DI TESTA) di Griezmann completamente libero a difesa schierata, una disattenzione inammissibile a questi livelli. Tuttavia, il giorno dopo si parla della brutta gara di Messi e non dell'errore difensivo.

Dal 2017 i Blaugrana vengono eliminati con risultati netti. In questo caso, dopo le lacune già viste agli ottavi contro il PSG (sconfitta 4-0 all'andata e clamorosa rimonta 6-1 in casa), Messi e compagni escono per la gara d'andata persa 3-0 a Torino contro la Juve. Nella notte di Dybala, il connazionale avversario è l'unico dei suoi a metter in difficoltà la difesa di Max Allegri. Sull'1-0 si inventa un passaggio filtrante meraviglioso, che in molti non avrebbero visto nemmeno dal divano, mettendo davanti al portiere Iniesta, che fallisce un'occasione veramente ghiotta. Nel secondo tempo, la Pulga verticalizza per Suarez, che si ritrova davanti alla porta, ma chiude troppo la conclusione e la palla termina sul fondo. Se i compagni avessero sfruttato gli assist di Leo probabilmente sarebbe stata storia diversa, con il ritorno da giocare, il 2-1 o addirittura l'1-1 avrebbero lasciato tutto aperto.

Nel 2018 è ancora un'italiana a battere in maniera eclatante il Barcellona. Dopo il 4-1 al Camp Nou in favore degli spagnoli, forte del risultato dell'andata il Barcellona va a Roma per giocare una partita molto superficiale e difensiva, totalmente opposta alle caratteristiche dei giocatori. I primi due gol sono causati da chiari errori difensivi: un semplice lancio lungo mette in difficoltà la retroguardia blaugrana e libera Dzeko che deve solo appoggiare in rete; successivamente, ancora Dzeko si libera della marcatura grazie alla sua potenza fisica e viene atterrato a due passi dalla porta da un intervento sconsiderato di Piquè. Rigore, giallo e 2-0. La rete decisiva arriva da un corner, Manolas colpisce la palla sul primo palo, sull'angolo dell'area piccola, nel punto in cui, il 90% delle squadre dillettanti posiziona un difensore, ma che spesso viene sottovalutata nei livelli maggiori.

L'anno successivo la storia si ripete. In casa è tutto facile, 3-0 sul Liverpool con doppietta della Pulga. Al 90' potevano essere quattro, Messi percorre tutto il campo palla al piede e scarica su Dembelè una palla solo da insaccare. Il francese accartoccia il tiro e Alisson non si deve nemmeno muovere per bloccare il pallone. Nessun problema, il risultato è netto. Però al ritorno cambia tutto, Klopp e Van Dijk elaborano un piano per fermare il 10 blaugrana, lo dimostra una celebre foto in cui Leo porta palla circondato da ben 5 avversari, anche se, in quel caso viene fermato solo da un fallo del difensore olandese. Anche questa volta, Messi porta la luce tra i compagni, nel primo tempo, saltati due avversari, appoggia a Coutinho per la conclusione, ma il brasiliano "va a punto" (direbbero in una partita di bocce) senza impensierire il portiere connazionale. Nella ripresa, è ancora il 6 volte pallone d'oro ad imbucare per Suarez che, tutto solo spreca l'occasione decisiva. L'episodio più clamoroso della gara rimane indubbiamente l'ultima rete di Origi, nessuno dei giocatori di Valverde guarda la palla e Alexander-Arnold, su consiglio di un raccattapalle ha l'intuizione giusta, batte veloce il calcio d'angolo, l'attacante belga non può sbagliare, 4-0.

Nell'ultima Champions League il Barça esce con un sonoro 8-2. Il Bayern si presenta in condizione fisica straripante, vince tutti i duelli e davanti alla porta non sbaglia mai, una macchina perfetta che ha strameritato di vincere questa edizione. Messi ha avuto pochissimi palloni giocabili nella metà campo avversaria, infatti in occasione del secondo gol, si è abbassato tra i due centrali per sventagliare verso Jordi Alba, assist per Suarez, dribbling e palla alle spalle di Neuer.

Spesso puntano il dito sul fuoriclasse argentino per le sconfitte blaugrana, poichè nel tabellino del match manca la sua firma, tuttavia, all'interno dei 90 minuti si distingue dai compagni per la qualità delle giocate. Vuole lasciare la Catalogna per tornare competitivo in Europa.