Se avessi scritto a caldo ieri sera probabilmente sarei stato molto più duro, molto più istintivo.
Un mix fra delusione, ma anche un briciolo di analisi reale e concreta di questa Juve.
Dare un'unica motivazione a questa debacle penso sia impresa ardua, ma voglio provare a valutare ciò che secondo me non funziona in una società che almeno in Italia sembra perfetta, ma che come sempre in Europa sembra arrancare e che inevitabilmente si scontra contro il predominio sportivo ed anche economico di società come Barcellona o Real. 

Punto primo. Siamo una società giovane. No, non sono ubriaco, so benissimo che la Juve è nata nel 1897, è uno dei club storici europei. Parlo della presidenza di Andrea Agnelli, subentrato alla disastrosa gestione Elkann, dal 2010 ha preso in mano la società e ha saputo costruire, insieme a Nedved, Marotta e Paratici, una squadra che si avvia probabilmente a vincere il settimo scudetto consecutivo, e che ha raggiunto negli ultimi tre anni due finale di Champions League.
Vincere in Italia non è semplice, ma bisogna essere realisti: il campionato di serie A non è più quello di 20 anni fa. La crisi economica del 2006, Calciopoli, ha inevitabilmente distrutto uno dei campionati più importanti in Europa. E la Juve sta pagando proprio questo: una ricostruzione aziendale partita appena 8 anni fa e che ha bisogno di tempo.
Ricordo come Calciopoli sia stata devastante per la Juve, non tanto e non solo per la serie B, ma per i soldi pesanti persi riguardanti i contratti di sponsorizzazione. Una perdita economica enorme, una perdita sportiva incredibile, considerando che giocatori come Viera, Emerson, Ibrahimovic, Cannavaro, Zambrotta lasciarono la Juve. 

Punto secondo. Bisogna riformare il calcio italiano. Tanti potrebbero trovare una scusante, ma è un dato di fatto: non ci sono più giovani, o meglio, ci sono molti giovani ma spesso sono oscurati dai numerosi stranieri che riempiono non solo le prime squadre ma anche i settori giovanili. La FIGC dovrà fare un gran lavoro, e penso che sia importante la riforma delle seconde squadre, abbiamo visto infatti gli ottimi risultati raggiunti in Spagna dalle squadre B che giocano nella serie B spagnola. E a proposito di Spagna, è proprio questa che deve essere presa d'esempio, oltre che la Germania. Guardando ieri la formazione del Real, grazie all'ottimo lavoro del settore giovanile, giocavano titolari Carvajal e sono subentrati Lucas Vazquez e Asensio. Si ok, quest'ultimo non è cresciuto nel settore giovanile merengues, è stato acquistato dal Mallorca, ma anche Sergio Ramos è stato acquistato a 20 anni dal Siviglia, o Isco acquistato dal Malaga. Alla fine bisogna considerarli come giocatori cresciuti nel Real. Non parliamo del Barcellona, che ha fatto della "cantera" una ricchezza. Insomma, accanto ai campioni, sono cresciuti giocatori del vivaio che, di base avevano e hanno qualità, con i top player sono cresciuti anche come giocatori ed in esperienza internazionale. 

Punto tre. Scelte tecniche. Allegri questa volta ha sbagliato. Io sono uno di quelli che ha sempre sostenuto le decisioni di Allegri, alla fine gli hanno sempre dato ragione. Ma se a centrocampo e nel settore avanzato ha spesso cambiato (anche se in questi cambiamenti non è mai rientrato Marchisio, perchè il tecnico livornese non la fa giocare mai? Mah) in difesa si è sempre affidato alle certezze, agli storici, ai senatori.
Barzagli ad esempio: non gioca Benatia squalificato, perché Rugani è rimasto in panchina? Ci tengo a precisare, rispetto per Barzaglione, un grande giocatore che ci ha permesso di vincere molto in questi anni. Ma, quell'errore al terzo minuto no, non è giustificabile. Rugani ha dimostrato sempre molta affidabilità, e secondo me la riserva di Benatia deve essere il giovane difensore centrale. Poi, il centrocampo a due: si ok, siamo ripetitivi, ma quest'anno siamo stati molto equilibrati con il centrocampo a tre. Ok, Matuidi non è in forma, ma Sturaro non poteva essere utile: un giocatore di corsa, di quantità, con poca tecnica ma ieri c'era bisogno anche di quantità, cosa che ha fatto benissimo sia Bentancur che Khedira. Quindi, Allegri ha sbagliato, in un match troppo importante ed in cui non si poteva e non si doveva sbagliare.

Punto quattro. La rosa. La Juve è una grande squadra, ma non una top. Una squadra top, di quelle 3-4 occasioni create, almeno in una avrebbe fatto goal. Vi siete chiesti perché il Real qualche anno fa ha venduto Higuain e non Benzema? E perchè Dybala è ancora alla Juve e non richiesto da top club? Vi siete chiesti perché il milionario Psg vende Matuidi? O il Bayern cede senza batter ciglio Douglas Costa? Vi siete chiesti perché il Milan cede a 10 milioni di euro a De Sciglio? Bisogna investire pesantemente sul mercato, è finita l'era dei parametri zero di lusso, i vari Barzagli, Pirlo e Pogba sono state intuizioni ma l'unico modo per acquistare giocatori top è pagarli. E non sarà un Emre Can a parametro zero a risolvere i problemi. Se si vuole vincere in Champions League, bisogna avere le "balle" di investire più di 100 milioni di Milinkovic Savic, o magari cercare di riportare Pogba. Con i campioni si vince, altrimenti bisogna accontentarsi sempre di piazzamenti. E se hai un fatturato di 500 milioni di euro a stagione (la metà dei top club ma pur sempre una bella somma) è giusto ed è doveroso e rispettoso investire. Soprattutto nei confronti dei tifosi che aspettano da più di 20 anni la Champions League.
Tifosi che lo meritano, la standing ovation di ieri tributata al giocatore, probabilmente, più forte del mondo lo dimostra.

Punto cinque. Bisogna ripartire con coraggio. Ed il coraggio è saper cambiare ed aprire un nuovo ciclo. Lo scudetto e la Coppa Italia, se arriveranno, devono essere la fine di un ciclo. Per ripartire con uno in cui non bisogna più accontentarsi di vincere scudetti, ma bisogna fare il balzo più atteso: la Champions. E come si vince? Investendo pesantemente. 

La differenza fra grandi squadre e top squadre. La differenza fra Juventus e Real o Barcellona. 
Qualità. Bisogna investire. Basta meriti economici, è tempo di quelli sportivi...