Da ex calciatore dico la mia su quello che oggi è l'ambiente che circonda un calciatore, tutto bello quando si pensa e si sogna di essere un calciatore o quando si sogna la bella vita che fa un CRISTIANO RONALDO, MESSI ECC... ma non è oro tutto quel che luccica.
I soldi sono tanti, anche troppi e ci avviamo verso numeri irreali e che fanno perdere anche la realtà del mondo che ci circonda, un lavoratore deve sudare una vita per guadagnare quello che un calciatore guadagna anche in un mese a volte.

Ma il punto è un altro, questi soldi così abbondanti tanto da sembrare quelli del monopoli, non so se facciano bene né ai calciatori né a tutto il sistema dell'utenza calcistica, si rischia di capitolare sempre più spesso in fallimenti societari, drammatici per i tifosi di un'intera città, giri enormi di scommesse e mafie che fanno di questo mondo un grande business, problemi con i diritti televisivi o concessioni con comuni ecc. x impianti, stadi, sponsorizzazioni, sciacallaggio di procuratori o intermediari calcistici, giornalismo a volte paranoico e manipolato, corruzioni nello stesso mondo calcistico, iniziando da arbitri, presidenti, calciatori, banche, di tutto di più.
C'è da rivedere il sistema e mettere tetti salariali rigidi, leggi che vietino di spendere milioni di euro come fossero noccioline.

Per quanto riguarda il calciatore oggi vive in un mondo astratto, non ci sono più bandiere e non possono esserci, oggi non si gioca più col cuore o con l'animo di lottare per la tua squadra, ma si viaggia in destinazione ingaggio più alto e contratto economico migliore e penso sinceramente il calciatore oggi comanda relativamente in una sua scelta, spesso manipolato e invitato, costretto da chi lo manipola e fa un business/interrese col suo nome.
Il mondo oggi va così ed è sempre più difficile mettere un freno o cercare di tornare qualche anno indietro per guardare vere lacrime di gioia di un calciatore innamorato della sua squadra della sua città e del suo mondo.
Prima i ritiri iniziavano fin dai primi giorni di un contesto opposto ad oggi (calciatore, squadra, società) erano un fortino di pace, serenità, blindati dal mondo esterno, giorni e settimane su per le montagne a lavorare duro senza distrazioni esterne in un clima di pace concentrazione sacrificio, intento nel creare un gruppo affiatato e forte.
Oggi si vola d'estate in ogni dove pur di accaparrare qualche tournée per guadagnare soldi, non c'è una vera preparazione, più che prepararsi per un'intera stagione si fanno tante esibizioni in giro per il mondo con squadre che ad agosto hanno in rosa la metà di quella che dopo risulta essere la vera formazione titolare, tanto stress tra voli, alberghi, climi diversi e troppa distrazione mediatica, cosi' è difficile rendere bene durante tutta la stagione.
Se non si semina bene in estate poi il raccolta sarà povero... calciatori il che se ne dica con tanti soldi sì ma a volte con 10 giorni di permesso dopo un anno di calcio giocato, troppo poco tempo per le famiglie, figli, mogli, genitori in fondo sono comuni mortali giovani, giornalisti pronti a criticare sempre e a pedinarli anche se si fanno una settimana di vacanza e mostrano un paio di chiletti in più o un cocktail in mano, ci può stare non sono robot, facciamoli vivere serenamente e non carichaimoli di un peso più grande di loro, ci sta, si può sbagliare qualcosina, anche una partita, un periodo no, ecc... ci vuole un mondo dove girano meno soldi e tanti sorrisi in più, il bello del calcio non lo facciamo morire svendendolo da Sport stupendo emozionante ad una marea di soldi buttati al vento senza logica.