Neymar ha deciso di lasciare Barcellona e accasarsi al PSG; questo ormai è un dato di fatto e sancisce l'inizio della fine del progetto "Fair Play Finanziario" indetto della UEFA e ora capiremo il perchè.

O'Ney ha la possibilità di liberarsi del suo contratto in due modi: il primo è quello in cui il giocatore stesso, finanziato dal fondo "Qatar Sport Investment" ovvero da Al Khelaifi (il proprietario sia del fondo sia del Paris Saint Germain) andrà a pagare, alla sua ormai ex squadra, l'intera clausola rescissoria, permettendogli così di trasferirsi sotto la Tour Eiffel. Se la UEFA non dovesse intervenire, questo rappresenterebbe un precedente a cui qualsiasi altro club potrà accingere senza incorrere in multe o sanzioni aggirando così il temuto FFP.

Nel secondo caso (che dovrebbe essere, secondo le indiscrezioni, il meno plausibile) sarà il club parigino a pagare i 222 milioni di clausola che vincolano il brasiliano e ciò sarà visto come un guanto di sfida lanciato contro il FFP; questo perchè ad essi andranno poi aggiunti i quasi 300 milioni lordi di stipendio, spalmato su cinque anni, che renderanno impossibile, o quantomeno altamente improbabile, il raggiungimento del pareggio di bilancio nei prossimi tre anni per una squadra, come quella parigina, che nel 2016 ha raggiunto un utile non superiore a 11 milioni di euro (dati calcioefinanza.com).
In questo caso la UEFA dovrebbe intervenire o escludendo il PSG dalle coppe europee; ma in tal caso si priverebbe sia di un club dall'alta risonanza mediatica con milioni di tifosi sparsi per il mondo sia di un campione, come Neymar, la cui assenza graverà sia dal punto di vista tecnico che da quello economico sulla competizione; altrimenti potrebbe optare per una multa, ma difficilmente una squadra che spende più di 500 milioni per un singolo giocatore verrà limitata da una sanzione del genere.