Nonostante l'avversario non irresistibile, questa sera abbiamo assistito ad un passaggio chiave per il futuro del calcio Italiano. Ammettiamolo: eravamo tutti ancora un po' amareggiati prima del fischio d'inizio. Sentivamo ancora rigirarci la cena nello stomaco, memori dell'ultima partita con la Svezia. Abbiamo cantato l'inno, ma non con la solita grinta che sempre ci ha contraddistinto, senza quell'urlo al suono di "L'Italia chiamò. Si!".  Un timido accenno, un battere di calici di birra per sancire un tacito accordo con quei colori che tanto ci hanno delusi, ma di cui sotto sotto non riusciamo a fare a meno. Ed eccolo, il fischio d'inizio. Prima palla toccata da Balotelli, grande atteso della serata. L'uomo che il Mancio vuole trasformare nel simbolo della rinascita italiana. Goal, annullato giustamente per fuorigioco. E' comunque incoraggiante come inizio. Pochi minuti dopo sbaglia clamorosamente un goal su un lancio millimetrico di Bonucci. E' il solito Mario? I primi minuti scorrono veloci. L'Italia è frizzante, vola sul campo a scapito dei mediocri avversari. Il pensiero che questi saranno al Mondiale al nostro posto genera un nodo nella gola di molti. Doppio nodo per tutti gli altri. Finalmente la partita si sblocca, con un ottimo destro da fuori area. Ovviamente a scaraventare la palla in rete è Mario Balotelli, l'unico attaccante italiano realmente degno di tale classificazione. Nonostante il goal però Mario sbaglia tanto, troppo. Dopo un po' inizia a toccarsi la gamba, ma l'impressione è che qualche chilo di troppo lo rallenti enormemente.

Altro graditissimo ritorno, decisamente in ritardo, è quello di Domenico Criscito, giocatore la cui sfortuna con la maglia azzurra è paragonabile solo a quella avuta dall'uomo seduto in panchina, l'artefice del suo ritorno. Il resto della squadra fa la sua partita, senza lode né infamia. Qualche ottima giocata di Politano, pochi tocchi di classe di Insigne (lontano parente come al solito del Magnifico ammirato a Napoli). Nel secondo tempo la partita scende decisamente di tono, con gli avversari che addirittura iniziano a guadagnare campo. Sarà il goal di Belotti (entrato in campo dopo essersi fatto notare per un tiro imbarazzante, degno della sua stagione e del costo del suo cartellino) ad allungare le distanze e a rasserenare tutti gli undici in campo. Le gambe si sciolgono, la nebbia si dissolve nella testa dei nostri ragazzi.  Ed è come nei migliori film horror che nel momento più tranquillo si verifica l'evento più macabro. Un imbarazzante Zappacosta spiana la strada per il goal (in fuorigioco) dell'Arabia Saudita. E' lo specchio di questa Nazionale, di questo movimento calcistico che ha perso la sua identità.

Iniziano ad entrare tanti volti più o meno nuovi, tra cui Verdi e Cristante, ma la partita si adagia su ritmi imbarazzanti vista la differenza abissale tra le due formazioni, almeno sulla carta. Una grande parata di Donnarumma ci evita addirittura l'imbarazzo del pareggio. I commentatori in tv iniziano a parlare della prestazione della squadra, giustificando lo scempio cui stiamo assistendo con frasi del tipo "E' normale, sono partite amichevoli", "I nostri avversari hanno sostenuto carichi diversi dai nostri in preparazione al Mondiale...". Butto giù un altro sorso di birra, penso sia meglio non commentare certe espressioni. E' anche per colpa di chi cerca sempre giustificazioni del genere che il nostro movimento si ritrova con le pezze in un posto oscuro. Molto oscuro, come il presente di questa Nazionale, nella quale nessuno riesce veramente ad identificarsi. Entra Chiesa, forse l'unico vero talento italiano su cui puntare per il futuro, vedremo se sarà degno del padre (a proposito, questo nuovo sorso è tutto per te Enrico!). Mi arriva un messaggio. Un amico di Erasmus mi chiede che razza di squadra sia diventata l'Italia. Gli rispondo che l'ingresso in campo di De Sciglio dovrebbe bastare come risposta. Finalmente la partita si avvia alla chiusura, sono a dir poco annoiato e infastidito dalla prestazione imbarazzante dei nostri. Non è certo il risultato che mi ero figurato nei giorni scorsi. Giusto il tempo di prendere un altro contropiede imbarazzante e di sbagliare l'ennesimo goal già fatto. Un film trito e ritrito, cui oramai assistiamo inermi. L'arbitro decide di non avere un bidone della spazzatura al posto del cuore, e fischia la fine dell'incontro. 

Curiosamente anche il microfono del Mancio al termine della gara non funziona. Trovo che sia ironicamente la maniera migliore per chiudere questa serata calcistica. Ovviamente lo penso mentre finisco fruttini e patatine. L'unica cosa positiva è che domani c'è l'Under 21. Non che sia uno squadrone, ma almeno è capace di farti immaginare possibili futuri campioni, ti regala una speranza. Ed è l'unica cosa a cui possiamo attaccarci al momento. Poi però ricordo che l'avversario è la Francia, quindi inizio a pensare che servirà molto coraggio liquido per assistere ad un'altra disfatta. L'idea dell'introduzione delle seconde squadre a partire dal prossimo anno mi placa per un secondo. Belotti conclude la sua intervista affermando che "abbiamo giocato una buonissima gara". E' un K.O tecnico per me, un gancio bello pastoso contro la nostra storia calcistica. Continua così Gallo, bravo. La serata è finita, abbiamo finalmente assistito al giorno zero della nostra Nazionale. L'alba di un nuovo ciclo... mestruale.

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