Sono nata interista in una famiglia di fede milanista!
Mia madre, mia sorella, mio padre, i miei due figli.
Eppure io no, sono nata nerazzurra.

Avrei dovuto capirlo che il mio destino era segnato. Non ne ho mai fatta una giusta nella mia vita, sempre correndo contromano, sia nella mia vita privata che professionale: risultato? Ho perso più volte tutto, dal lavoro, ai soldi, alla casa, ma mai ho perso la mia dignità e la mia fede nerazzurra.

Adesso, dopo anni di sofferenze e delusioni, sembra che l'Inter del "gobbo" Conte sia tornata ai livelli che le competono, ma il mio cuore anela ancora Josè Mourinho, l'unico che incardinava i miei ideali di interista. Si sente qualcuno, Conte in primis, che dice che l'Inter non deve essere più pazza, stravolgendo il nostro DNA.
Anche i pazzi possono vincere le partite, di campionato o della vita, gli scudetti e le Champions League. Anzi, è troppo bello vincere contro gli schemi e le previsioni.

La mia speranza è che la mia squadra rimanga quella che è sempre stata e che "spazza" sia solo l'aggettivo per dire che ha spazzato via ogni concorrente.